Ho già parlato in alcune altre occasioni del rapporto conflittuale che son uso intrattenere sia con la città, sia con l'automobile.
Giust'appunto oggi, mi trovavo ad uscire dal centro urbano, alla guida della ormai arcinota (va beh, si fa per dire...) 313 GT, la mia inutilitaria targata Gattopoli.
Solitamenente ho due opzioni per rincasare a Gillipixiland: o infilo alcune strade cittadine un po' più tradizionali ma solitamente alquanto trafficose, oppure mi immetto nella radiosa tangenziale, che in alcuni minuti mi accompagna fuori dalla cintura cittadina. Questa seconda alternativa è quella che scelgo più di frequente negli ultimi tempi ed è stato esattamente ciò che ho fatto anche oggi.
Faccio però appena in tempo a sgomitolarmi dentro il fatidico svincoletto tangentizio, che mi accorgo subito di qualcosa che non quadra. Rallentamento subitaneo, incodamento camionale, azzeramento cinetico: in quattro per quattro sedici valvole, ci si è ritrovati tutti procedenti a passo d'uomo.
Doveva esserci un cantiere stradale più avanti e osservando la scena lungo l'infilata del biscione stradale circum-urbano, ho appurato che ad occhio e croce la fila stava lievitando non male.
Niente paura, ho pensato: "mamma città" non ti abbandona mai, "mamma città" ti vuole bene ed ha in serbo ogni soluzione per nutrire il tuo fabbisogno automobilistico.
Infatti, nel giro di due minuti, ecco pronto un nuovo accogliente svincoletto, grazie al quale degomitolarsi dal morso tangenziale, divenuto nel frattempo alquanto stretto ed iper-gasolico.
Già mi gustavo la mia astuzia da cervo, percorrendo baldanzoso il neo-svincoletto liberata-tutti. Già mi beavo per essermi attaccato con sommo intuito strategico alla tetta provvidenziale di "mamma città". Ma non passano che poche altre centinaia di metri e sono di nuovo bloccato, stavolta sulla strada normale: una bella coda fresca fresca e lunga lunga pure qui, anche al di fuori dell'anello obbligato. Niente da fare: dall'abbraccio di "mamma città" oggi proprio sembrava non si potesse sgusciare via.
Ed è stato lì che mi ha colto la buffa e bizzarra epifania cinematografica.
La visione è stata fulminea ed illuminante: la città, col suo insistente abbraccio trafficato e fumoso, ha assunto immantinente le fattezze dalla mamma della Belva Umana, incubo del povero Fracchia, obbligato ad andarla a visitare forzatamente, sotto minaccia del suo sosia criminale.
«...Figgghiu, figgghiuzzu miu bbbeddduu!!!...» mi pareva di sentire in sottofondo, là, affettuosamente imbottigliato nel mio ingorgo preferito.
«Figgghiuzzu miu come sei bbbuono oggi!!! Tutto te lasci fare da mmmammma! Nun te ne andare cusì prestu...un'altra rotonduzza ancora, un altro incroceddu bellu intasatu te devi surbiri!!!».
Giust'appunto oggi, mi trovavo ad uscire dal centro urbano, alla guida della ormai arcinota (va beh, si fa per dire...) 313 GT, la mia inutilitaria targata Gattopoli.
Solitamenente ho due opzioni per rincasare a Gillipixiland: o infilo alcune strade cittadine un po' più tradizionali ma solitamente alquanto trafficose, oppure mi immetto nella radiosa tangenziale, che in alcuni minuti mi accompagna fuori dalla cintura cittadina. Questa seconda alternativa è quella che scelgo più di frequente negli ultimi tempi ed è stato esattamente ciò che ho fatto anche oggi.
Faccio però appena in tempo a sgomitolarmi dentro il fatidico svincoletto tangentizio, che mi accorgo subito di qualcosa che non quadra. Rallentamento subitaneo, incodamento camionale, azzeramento cinetico: in quattro per quattro sedici valvole, ci si è ritrovati tutti procedenti a passo d'uomo.
Doveva esserci un cantiere stradale più avanti e osservando la scena lungo l'infilata del biscione stradale circum-urbano, ho appurato che ad occhio e croce la fila stava lievitando non male.
Niente paura, ho pensato: "mamma città" non ti abbandona mai, "mamma città" ti vuole bene ed ha in serbo ogni soluzione per nutrire il tuo fabbisogno automobilistico.
Infatti, nel giro di due minuti, ecco pronto un nuovo accogliente svincoletto, grazie al quale degomitolarsi dal morso tangenziale, divenuto nel frattempo alquanto stretto ed iper-gasolico.
Già mi gustavo la mia astuzia da cervo, percorrendo baldanzoso il neo-svincoletto liberata-tutti. Già mi beavo per essermi attaccato con sommo intuito strategico alla tetta provvidenziale di "mamma città". Ma non passano che poche altre centinaia di metri e sono di nuovo bloccato, stavolta sulla strada normale: una bella coda fresca fresca e lunga lunga pure qui, anche al di fuori dell'anello obbligato. Niente da fare: dall'abbraccio di "mamma città" oggi proprio sembrava non si potesse sgusciare via.
Ed è stato lì che mi ha colto la buffa e bizzarra epifania cinematografica.
La visione è stata fulminea ed illuminante: la città, col suo insistente abbraccio trafficato e fumoso, ha assunto immantinente le fattezze dalla mamma della Belva Umana, incubo del povero Fracchia, obbligato ad andarla a visitare forzatamente, sotto minaccia del suo sosia criminale.
«...Figgghiu, figgghiuzzu miu bbbeddduu!!!...» mi pareva di sentire in sottofondo, là, affettuosamente imbottigliato nel mio ingorgo preferito.
«Figgghiuzzu miu come sei bbbuono oggi!!! Tutto te lasci fare da mmmammma! Nun te ne andare cusì prestu...un'altra rotonduzza ancora, un altro incroceddu bellu intasatu te devi surbiri!!!».
6 commenti:
Un grandissimo film!!!
A me fa anche ammazzare Banfi nella parte del commissario Bellachioma, che tutte le volte che parla alla radio si sente rispondere Fred Bongusto con: "balliamo...e' da tanto tempo che non lo facciamo".
Ciao
Yossarian
@->Yoss: ahahaahahahah :-) sapevo di poter contare su di un sommo populista come te, Yoss :-)
Banfi, a mio modesto parere, in quel film interpreta la sua parte migliore di sempre (...va beh, non è mica Al Pacino :-)
Impagabile anche la scena all'ingresso della trattoria degli "Incivili":
"...Eh benvenuti a 'sti frocioni, grandi e grossi e capoccioni, e tu che sei un po' frì-frì, e dimme 'n po' che c'hai da dì!..."
"...Nun sono frocione, nun me chiamo frì-frì, so' commissèrio e te faccio 'n culo così..." :-D
Grazie della visita, Yoss...sempre molto gradita
Ciao :-)
Non si può che dedurne che sei nel momento con un'attenzione creativa che ti invidio. Ma come fai? Leggerti alleggerisce i miei pensieri. Per questo ti bacerei
@->Antonella: i tuoi commenti mi lusingano al limite della commozione, Anto...non scherzo...sapere che le mie inutili e buffe divagazioni riescono a donare leggerezza ai pensieri, è per me la più bella ricompensa possibile al mio scrivere...davvero ti ringrazio molto sentitamente...
E ti dirò anche...io mi lascerei proprio baciare :-)
vedi a che serve avere due ruote? baci motorizzati
@->Farly: lo so, lo so, Farly: due ruote son sempre state migliori
:-) ma Gillipixiland è molto molto lontano, quasi come il regno di Shrek: per arrivarci bisogna attraversare le bocche di Strafacio, lo Stretto di Bilirubina ed il Passo del San Bernardo Astemio :-)
va da sè che 4 ruote sono appena appena sufficienti :-)
Baci su torrenti di castori :-)
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