Rimestando nel baule della memoria, fra le piccole cianfrusaglie dell'«era di nostra vita in cui le ascelle erano liscie», ricordo che ai tempi un bambino-ragazzino poteva accrescere di parecchio le proprie quotazioni nella compagnia degli altri sbarbatelli, se era dotato di una qualche "abilità-rozza".
Mi riferisco a certe piccole particolarità gestuali connesse alle manifestazioni più folkloristiche del corpo.
Il fenomeno sarà forse legato ad un qualche meccanismo psicologico inconscio.
Sotto sotto, ci dev'essere una qualche legge di natura che esige per i cuccioli di maschio umano l'imposizione della propria crescente virilità in boccio, alla ricerca di un'affermazione individuale nella gerarchia amicale dispiegata secondo le fondamentali dinamiche di una normale gregarietà di gruppo (come avrebbe chiosato il mio prof di italiano: "...at gh'è ragiò...co' èt dìt?!?!?..." - trad: "...hai ragione...cos'hai detto?!?!?...").
Sarà anche così, ma credo che facciamo molto prima a riassumere tutto il tema col celeberrimo verso di una delle pietre miliari della musica rock. In altre parole, il bimbetto in fiore, lo sbarbato medio, nell'offrire ampio saggio della propria peculiare "abilità-rozza", sembra quasi voler affermare, rivolto a ciascun altro individuo del consesso umano: «...he can't be a man 'cause he doesn't smoke the same cigarettes as me...».
Sono sempre stato un bambino gentile, riservato, ed in generale molto rispettoso degli spazi e della sensibilità altrui. Ma nondimeno anche io sviluppai le mie piccole "abilità-rozze" (...gli iper-sensibili rinuncino a proseguire nella lettura, perchè qui si diranno cose poco edificanti...).
E' sempre stato un fatto molto buffo per me ritrovarmi cuciti addosso certi talenti totalmente inutili, senza sapere nemmeno ben dire se fosse una fortuna o una disdetta.
Parto subito dal mio pezzo forte.
La specialità più preclara ed universalmente riconosciuta della quale mi sono fregiato fin dalla più tenera età, è sempre stata quella dello sputo a lunghissima gittata.
Negli interminabili ed afosi pomeriggi d'estate a forte densità di bighellonaggio intensivo, è sempre stato un gioco da nulla per me riuscire a mettere sei o sette metri abbondanti di asfalto rovente fra la mia persona ed il candido proiettile di prodotto interno lordo eiettato.
Ora, non vorrei abusare della vostra pazienza, nè rischiare di varcare impunemente la soglia d'attenzione del vostro senso di nausea, ma permettetemi di precisare che l'atto dello sputo, praticato a certi livelli, sottintende la padronanza di un'arte sopraffina. Esige un gioco di lingua, una sapienza nell'elaborazione della fluidità, una scelta dei tempi nel soffio, insomma una sommatoria di gestualità che non è seconda ad altre epressioni sportive reputate ben più nobili, forse solo a causa di un ingiusto fraintendimento di prospettiva.
Se la cosa avesse previsto un qualche sbocco professionale, mi sarei di certo arricchito. Era invece un talento fine a se stesso e in quanto tale, per nulla redditizio. Però proprio per questo molto più nobile, anche a dispetto della sua eventuale difficoltosa accettazione fra i diversi capitoli del Galateo di Monsignor Della Casa.
In particolare ricordo che, come una bislacca Sandra Milo, anche io avevo un mio piccolo fan. Si trattava di un bimbo più giovane di me che di tanto in tanto mi invitava a produrmi in uno sputo con dedica e richiesta, quasi fossi un novello dj della candida rozzezza fanciullesca.
Un'altra delle mie specialità riguardava sempre il "reparto bocca", ma in questo caso forse con un tocco d'eleganza in più (e sottolineo con gran decisione il "forse").
Si trattava della fontanella a tre, quattro o più zampilli. Questa è legata a precisi momenti delle lunghe giornate di giocosa "perdigiornità" spese all'epoca. C'era una vecchissima autorimessa con funzioni anche di rustica lavanderia, proprio sul bordo del campetto da calcio. Lì dentro era custodita una delle fonti d'acqua più fresca, pura, dolce e dissetante che abbia mai bevuto in vita mia. Roba da far sembrare, nella deformazione amplificata che la "memoria bambina" riesce sempre ad innescare in noi, i Petrarcheschi fluidi poco più che pozze di liquido stagnante e torbido.
Nella pausa fra una partitella e l'altra, si correva a perdifiato per arrivare per primi ad abbeverarsi. Dopo che tutti si erano placati, saziando l'arsura alla fonte ufficiale, ecco che entrava in scena la mia personale fontanella, ufficiosa ma, dal punto di vista estetico-ludico, non meno gradita. La cosa consisteva nel trattenere in bocca una sorsata d'acqua precisamente dosata, e di rilasciarla poi a zampillo multiplo, modellandola fra le fessure di incisivi e canini. Avreste dovuto vedermi (o anche no, a scelta...): dalla mia bocca, per alcuni secondi anche abbastanza lunghi, uscivano quattro o cinque diramazioni acquee, che ogni volta suscitavano l'entusiasmo dei miei amici, con ripetute richieste di bis.
Anche questo business mi frutto gli stessi ingenti guadagni accumulati con quello degli sputi. Però la cosa di cui anche adesso vado fiero (...anche se lo dico sottovoce) è che sono ancora oggi in piena forma in entrambe le specialità.
Il fenomeno sarà forse legato ad un qualche meccanismo psicologico inconscio.
Sotto sotto, ci dev'essere una qualche legge di natura che esige per i cuccioli di maschio umano l'imposizione della propria crescente virilità in boccio, alla ricerca di un'affermazione individuale nella gerarchia amicale dispiegata secondo le fondamentali dinamiche di una normale gregarietà di gruppo (come avrebbe chiosato il mio prof di italiano: "...at gh'è ragiò...co' èt dìt?!?!?..." - trad: "...hai ragione...cos'hai detto?!?!?...").
Sarà anche così, ma credo che facciamo molto prima a riassumere tutto il tema col celeberrimo verso di una delle pietre miliari della musica rock. In altre parole, il bimbetto in fiore, lo sbarbato medio, nell'offrire ampio saggio della propria peculiare "abilità-rozza", sembra quasi voler affermare, rivolto a ciascun altro individuo del consesso umano: «...he can't be a man 'cause he doesn't smoke the same cigarettes as me...».
Sono sempre stato un bambino gentile, riservato, ed in generale molto rispettoso degli spazi e della sensibilità altrui. Ma nondimeno anche io sviluppai le mie piccole "abilità-rozze" (...gli iper-sensibili rinuncino a proseguire nella lettura, perchè qui si diranno cose poco edificanti...).
E' sempre stato un fatto molto buffo per me ritrovarmi cuciti addosso certi talenti totalmente inutili, senza sapere nemmeno ben dire se fosse una fortuna o una disdetta.
Parto subito dal mio pezzo forte.
La specialità più preclara ed universalmente riconosciuta della quale mi sono fregiato fin dalla più tenera età, è sempre stata quella dello sputo a lunghissima gittata.
Negli interminabili ed afosi pomeriggi d'estate a forte densità di bighellonaggio intensivo, è sempre stato un gioco da nulla per me riuscire a mettere sei o sette metri abbondanti di asfalto rovente fra la mia persona ed il candido proiettile di prodotto interno lordo eiettato.
Ora, non vorrei abusare della vostra pazienza, nè rischiare di varcare impunemente la soglia d'attenzione del vostro senso di nausea, ma permettetemi di precisare che l'atto dello sputo, praticato a certi livelli, sottintende la padronanza di un'arte sopraffina. Esige un gioco di lingua, una sapienza nell'elaborazione della fluidità, una scelta dei tempi nel soffio, insomma una sommatoria di gestualità che non è seconda ad altre epressioni sportive reputate ben più nobili, forse solo a causa di un ingiusto fraintendimento di prospettiva.
Se la cosa avesse previsto un qualche sbocco professionale, mi sarei di certo arricchito. Era invece un talento fine a se stesso e in quanto tale, per nulla redditizio. Però proprio per questo molto più nobile, anche a dispetto della sua eventuale difficoltosa accettazione fra i diversi capitoli del Galateo di Monsignor Della Casa.
In particolare ricordo che, come una bislacca Sandra Milo, anche io avevo un mio piccolo fan. Si trattava di un bimbo più giovane di me che di tanto in tanto mi invitava a produrmi in uno sputo con dedica e richiesta, quasi fossi un novello dj della candida rozzezza fanciullesca.
Un'altra delle mie specialità riguardava sempre il "reparto bocca", ma in questo caso forse con un tocco d'eleganza in più (e sottolineo con gran decisione il "forse").
Si trattava della fontanella a tre, quattro o più zampilli. Questa è legata a precisi momenti delle lunghe giornate di giocosa "perdigiornità" spese all'epoca. C'era una vecchissima autorimessa con funzioni anche di rustica lavanderia, proprio sul bordo del campetto da calcio. Lì dentro era custodita una delle fonti d'acqua più fresca, pura, dolce e dissetante che abbia mai bevuto in vita mia. Roba da far sembrare, nella deformazione amplificata che la "memoria bambina" riesce sempre ad innescare in noi, i Petrarcheschi fluidi poco più che pozze di liquido stagnante e torbido.
Nella pausa fra una partitella e l'altra, si correva a perdifiato per arrivare per primi ad abbeverarsi. Dopo che tutti si erano placati, saziando l'arsura alla fonte ufficiale, ecco che entrava in scena la mia personale fontanella, ufficiosa ma, dal punto di vista estetico-ludico, non meno gradita. La cosa consisteva nel trattenere in bocca una sorsata d'acqua precisamente dosata, e di rilasciarla poi a zampillo multiplo, modellandola fra le fessure di incisivi e canini. Avreste dovuto vedermi (o anche no, a scelta...): dalla mia bocca, per alcuni secondi anche abbastanza lunghi, uscivano quattro o cinque diramazioni acquee, che ogni volta suscitavano l'entusiasmo dei miei amici, con ripetute richieste di bis.
Anche questo business mi frutto gli stessi ingenti guadagni accumulati con quello degli sputi. Però la cosa di cui anche adesso vado fiero (...anche se lo dico sottovoce) è che sono ancora oggi in piena forma in entrambe le specialità.
12 commenti:
Eh per lo sputo non avevo abbastanza virulenza, ma anch'io con la fontanella andavo benino. Non lo faccio più. ma certe volte, in certi momenti, quando senti parlare certi amministratori allora come presa davertigine vorrei prendere la mira e tentare un colpo preciso, ma sapendo d'essere scarsa allora rimango ferma e magari ascolto gli applausi
Beh! Certo, quelle attitudini bambinesche che ci facevano sentire più speciali rispetto ai nostri coetanei oggi ci fanno sorridere e di sicuro quella sensazione raramente la si sente da adulti.
Perciò, sii fiero delle tue abilità ma spero di non trovarmi mai davanti alla tua traettoria...
ahahahhaha
@->Antonella: eheheheh :-) beh, insomma, lo sputo era cosa più da monellacci maschietti, lo so, Anto :-) ma sai che con certi politici io invece rivaluterei proprio quello? :-) ...Altro chè la fontanella: un bello spu..zzo nella fronte :-D
Grazie e baci stile impero :-)
@->Marisa: a me sembra invece, Mari, che certi uomini non siano mai andati oltre quella fase...la sublimano, la camuffano, ma ci sono sempre dentro in pieno...così accade a chi si fa grande col macchinone, con lo sfoggio di lusso pacchiano e vistoso, a chi millanta conquiste amorose inenarrabili, a chi approfitta ingiustificatamente di posizioni di potere ecc. :-)
In fondo, sono solo tutti dei gran sputazzatori :-)
...e non preoccuparti, sono sempre padrone della mia "arma": non la punto mai contro nessuno :-D
Hai ragione, la sindrome di peter pan decima popolazioni intere.
veh essere in forma in tutte le tue specialità è un successo!!!
^_____________^
@->Marisa: proprio così, Mari...e così alla fine, i miei sputi si rivelano la cosa più innocua del mondo :-) io non li ho mai usati per abusi di potere sugli altri :-)
@->Pupottina: certo, ma che non si tema: non mi esibisco mai se so che nel publico ci sono persone troppo sensibili :-)
Ciao Pupot :-)
ma insomma mi distraggo due minuti e tu mi vai in giro scaracchiando ricordi?!!! ma non ti posso lasciare un minuti da solo!!!:-D t'avrei applaudito fragorosamente, mai stata brava con la fontanella... paludo anche all prestigiosissima colonna sonora. besos chimaerici (goneumsc dice blogspot, mi sa che ha labocca piena d'acqua cercando di copiarti)
Farly: ehehehehe :-) hai ragione, Farl, la tua presenza mi aiuta a mantenere un certo contegno (...a parte la nostra terzamedialità :-) e quando vedi che deraglio, dammi 'na sgrugnattata, che mi rimetto sui binari :-)
Grazie, bacini aviotrasportati :-)
Concordo sul talento, prettamente mascolino...:)))
I tuoi ricordi, Gilli, sono molto simpatici e freschi, ed è un vero piacere leggerti, sempre.
Sto anche ripensando ai miei talenti graziosi ma non forieri di reddito, ohimè, ne avevo parecchi da piccola (bon ton, però, da signorina:))), tipo recitare poesie lunghissime in piedi sulla sedia sfrantoiando gli zebedei a tutti grazie ad un'eccellente memoria ed ascoltare sorridente e paziente come un monaco zen le storie di guerra di qualche vecchietto...non so se erano talenti, però in effetti qualche mancia è cascata nel piattino:)))))
Baci e complimenti!:)))))
@->vale: altrochè se erano talenti, Vale :-) da quei racconti la tua grazia narrativa ha di certo preso molto, e la tua capacità di assorbire materiale verbale, allenata con le poesie, ha fatto il resto :-)
Grazie, è sempre un onore per me avere i tuoi commenti :-)
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