Ragazzi, ho il cervello sotto vuoto spinto in questi giorni, e pur andando frequentemente per pensieri, torno spesso con la cesta concettuale completamente vuota.
In questo tardo scorcio di agosto, son riuscito allora a raccattare solamente svariate sensazioni e un paio di foto. Purtroppo sono sensazioni che non riesco a raccontare, tanto sono ineffabili e intime.
Quindi siamo belli e che da capo: avrei fatto prima a non mettermi nemmeno alla tastiera, quest'oggi.
Ma ci voglio provare ugualmente, a dirvi di queste sensazioni. Anche se, per mia insufficienza espressiva, non ci capirete nulla.
Come già ho avuto modo di dire, agosto non l'ho mai sopportato un granchè, ma mi frega spesso verso sera.
Quando la calura della giornata è stata così insistente da divenire ormai dopo tante ore una sorta di parodia di se stessa, capita a volte che, quattro passi prima del tramonto, una sciabolata di luce interiore mi attraversi.
Mi sento come percorso da fiotti di ricordi condensati e ripescati nell'archivio della memoria, in chissà quale cassetto che non sospettavo più nemmeno di avere.
Non sono memorie di episodi specifici, ma sono lampi delle "essenze" di come mi sentivo in determinati periodi della mia vita, anche di un bel po' di tempo fa: l'essenza di me bambino; l'essenza di una certa estate lontana; l'essenza di come era condividere una certa compagnia; l'essenza della pubertà, e così via.
Avete presente la scena finale di "2001: odissea nello spazio"?
Quando l'astronauta lanciato nella sua folle corsa ai confini delle galassie, si ritrova a fare capriole spazio-temporali incredibili?
Beh, è una roba del genere, la mia impressione d'agosto, però meno drammatica, più familiare e casalinga. Per fare le debite proporzioni: immaginate un "2001: odissea nello spazio" con Renato Pozzetto nel ruolo dell'astronauta, e vi avvicinerete un po' di più al senso delle mie "impressioni d'agosto".
Ve lo dicevo che non sarei riuscito a spiegarmi...così faccio ammenda con un paio foto, che c'entrano fin là con quanto detto sopra, ma queste almeno sono chiare.
Non riuscendo dunque a cogliere pensieri degni di questo nome, mi son limitato ad acchiappare farfalle.
Sono piccole farfalle cerulee e strane, perchè in quanto tali si confondono con certi fiorellini celesti che sembrano prediligere. Il bello è che se metti il piede fra l'erba in cui si posano, credendo di fare due passi fra i fiori, ne vedi alzarsi in volo piccoli nugoli, senza capire lì per lì, per una frazione di secondo, se il decollo sia da addebitarsi a quei fiorellini improvvisamente impazziti.
Anche queste farfalline ci stanno bene allora fra le impressioni di agosto.
Perchè sono un po' ingannevoli anch'esse, sono come quei ricordi di vita creduti fiori ormai depositati innocui e innocenti nelle praterie della memoria, ma che inopinatamente sanno ancora levarsi in volo, disorientandoti, certe sere d'agosto.
(...ah...in questa seconda foto, potete apprezzare anche una piccola ape prodursi in un delicato e sfocato cameo, come un Alfred Hitchcok del mondo degli insetti...).
E adesso, beccatevi questo bel settantume:
Quindi siamo belli e che da capo: avrei fatto prima a non mettermi nemmeno alla tastiera, quest'oggi.
Ma ci voglio provare ugualmente, a dirvi di queste sensazioni. Anche se, per mia insufficienza espressiva, non ci capirete nulla.
Come già ho avuto modo di dire, agosto non l'ho mai sopportato un granchè, ma mi frega spesso verso sera.
Quando la calura della giornata è stata così insistente da divenire ormai dopo tante ore una sorta di parodia di se stessa, capita a volte che, quattro passi prima del tramonto, una sciabolata di luce interiore mi attraversi.
Mi sento come percorso da fiotti di ricordi condensati e ripescati nell'archivio della memoria, in chissà quale cassetto che non sospettavo più nemmeno di avere.
Non sono memorie di episodi specifici, ma sono lampi delle "essenze" di come mi sentivo in determinati periodi della mia vita, anche di un bel po' di tempo fa: l'essenza di me bambino; l'essenza di una certa estate lontana; l'essenza di come era condividere una certa compagnia; l'essenza della pubertà, e così via.
Avete presente la scena finale di "2001: odissea nello spazio"?
Quando l'astronauta lanciato nella sua folle corsa ai confini delle galassie, si ritrova a fare capriole spazio-temporali incredibili?
Beh, è una roba del genere, la mia impressione d'agosto, però meno drammatica, più familiare e casalinga. Per fare le debite proporzioni: immaginate un "2001: odissea nello spazio" con Renato Pozzetto nel ruolo dell'astronauta, e vi avvicinerete un po' di più al senso delle mie "impressioni d'agosto".
Ve lo dicevo che non sarei riuscito a spiegarmi...così faccio ammenda con un paio foto, che c'entrano fin là con quanto detto sopra, ma queste almeno sono chiare.
Non riuscendo dunque a cogliere pensieri degni di questo nome, mi son limitato ad acchiappare farfalle.
Sono piccole farfalle cerulee e strane, perchè in quanto tali si confondono con certi fiorellini celesti che sembrano prediligere. Il bello è che se metti il piede fra l'erba in cui si posano, credendo di fare due passi fra i fiori, ne vedi alzarsi in volo piccoli nugoli, senza capire lì per lì, per una frazione di secondo, se il decollo sia da addebitarsi a quei fiorellini improvvisamente impazziti.
Anche queste farfalline ci stanno bene allora fra le impressioni di agosto.
Perchè sono un po' ingannevoli anch'esse, sono come quei ricordi di vita creduti fiori ormai depositati innocui e innocenti nelle praterie della memoria, ma che inopinatamente sanno ancora levarsi in volo, disorientandoti, certe sere d'agosto.
(...ah...in questa seconda foto, potete apprezzare anche una piccola ape prodursi in un delicato e sfocato cameo, come un Alfred Hitchcok del mondo degli insetti...).
E adesso, beccatevi questo bel settantume: