Lo scrittore sa di essere se stesso fino a quando non prende in mano la penna: da quell'attimo in poi, e per l'intero tempo d'incanto durante il quale sta scrivendo parole, diventa anche tutti gli altri...
Ufficiale: a Venezia NON si paga il “ticket”
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Uno pseudoanglicismo esempio vistoso della scarsa attenzione dei media alla
terminologia istituzionale
15 ore fa
2 commenti:
Wow! Quant'è vero! Gli altri sono i personaggi che scrivi e il mondo che rappresenti (questo il primo pensiero che verrebbe in mente) ma soprattutto coloro che ti leggeranno (potenzialmente tutti), inevitabile calarsi nei loro panni mentre stai costruendo quella che sarà la loro casa per un po'.
@->Kika: le tue chiose sono senz'altro molto azzeccate, Kika :-) un'altra interpretazione, più "generalissima" :-) di questa frase, potrebbe essere questa: chi scrive puntando a una certa qualità narrativa, lo fa cercando di agguantare realtà universali...attraverso la propria esperienza, prova a raccontare quella di ogni uomo...solo i grandi scrittori, lo sanno fare...ma non per questo, non è concesso a tutti di provarci :-)
Bacini costruttori :-)
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