domenica 15 febbraio 2009

La quadratura dell'infinito

(Fotomontaggio di Gillipixel)

Tra i vantaggi dell'essere un campagnolo inveterato della più orsesca risma, c'è il fatto di poter godere in lungo e in largo di tanti ambienti monotoni e di sane abitudini ripetitive.
Mi sto accorgendo col tempo che la sfrenata mania contemporanea della ricerca di novità e sensazioni inedite, e a tutti i costi sempre più intense e forti...boh, sbaglierò...ma mi sto accorgendo che non ha tanto senso.
Almeno, questa è la mia impressione, ma sapete già che non sono mica tanto a posto, in genere.
Vorrei spiegarmi meglio, però.
Non sto dicendo che sia meglio rinchiudersi nelle proprie quattro certezze e dare un calcio in culo alla fantasia, alla curiosità, al desiderio di ampliare il proprio tesoro interiore culturale e spirituale. Non sarò tanto a posto, ma un'enormità del genere non la sentirete mai trapelare dalle mie parole.
Quello che voglio dire in sostanza, l'idea che ho pescato andando per pensieri oggi, la potrei mettere giù in questi termini: tutto nasce da quel lavorio interiore che rode l'animo di ogni umano, da quel sentirci noi esseri limitati e precari, ma al contempo interessati anche da una certa sete di infinito.
Come si possono conciliare le due cose? Una domanda da niente, proprio...direte voi...

E' difficile a dirsi, certo, ma tanto per cominciare, un'attitudine che mi sembra proprio del tutto sbagliata è quella della ricerca della novità a tutti i costi, o meglio, è depistante mettersi nell'ottica di voler vedere una progressione di novità a tutti i costi.
Io vedo questo atteggiamento esattamente come un gettare la spugna di fronte all'infinito, una dichiarazione di resa che afferma: d'accordo, hai vinto tu!
Un'ipotesi affascinante invece la possiamo vedere nel paradossale rinnovamento riservato dalla ciclicità: nessuna cosa o entità vivente è mai uguale a se stessa, pur conservando la propria identità, pur continuando a "ritornare continuamente a se stessa".
E' questo che intendevo in apertura riferendomi alla ripetitività e alla monotonia. La ricerca del nuovo nel noto: questo mi sembra il punto cruciale.
Forse in questo modo, chissà, la gente potrebbe stufarsi meno di vedere sempre le stesse persone intorno, imparando a vedere in esse sempre aspetti rinnovati.
Forse potrebbe apprezzare di più il ritorno della quotidianità tutti i santi giorni, imparando ad osservarla nel suo "statico rinnovamento ciclico".
E forse anche tu, paziente lettore, potrai capire meglio cosa minchia ho voluto dirti fino a questo punto, leggendo le parole di uno che sapeva scrivere veramente:

"...il mito è di sua natura monocorde, ricorrente, ossessivo. Come negli atti cultuali l'evidente monotonia non offende i credenti, bensì i tiepidi, così nella poesia. [...]
Del resto, dire stile è dire cadenza, ritmo, ritorno ossessivo del gesto e della voce [...].
La bellezza del nuoto, come di tutte le attività vive, è la monotona ricorrenza di una posizione. Raccontare è sentire nella diversità del reale una cadenza significativa, una cifra isolata del mistero, la seduzione di una verità sempre sul punto di rivelarsi e sempre sfuggente. La monotonia è un pegno di sincerità..."

"Raccontare è monotono"
In "Saggi letterari" - Cesare Pavese, 1949

4 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

ecco mi hai fatto venire in mente una discussione un po' demenziale di qualche tempo fa (anni fa) tra sostenitori della maijuhana e sostenitori della cocaina, la maria è lenta la coca è veloce, la maria è profonda la coca superficiale... la monotonia è un po' marijuhana, la corsa al nuovo molto cocaina... va be' saluti tossici ps. apprezzo l'assenza di diminutivi :-)

Gillipixel ha detto...

ecco Farly, sei andata a toccare un tema riguardo al quale ho forse una delle poche certezze assolute, incontrovertibili ed indiscutibili della mia vita: se c'è da scegliere fra marijuana e cocaina, io opto senza ombra di dubbio per un fiasco di Chianti del Consorzio del Gallo Nero :-)))))

farlocca farlocchissima ha detto...

chissà perchè ma ne ero certa :-D

Gillipixel ha detto...

ahahahahhhahaha :-) ormai non ho più misteri, sono un libro aperto sul mondo :-D