lunedì 30 marzo 2009

Elogio della copertina molle


«…Non sopporto i cori russi
la musica finto rock

la new wave italiana

il free jazz punk inglese.

Neanche la nera africana...».

E nemmeno le copertine dure, aggiungerei io.

Prima che qualcuno legato in qualche modo al mondo dell’editoria passi di qui, sarà più facile veder piovere assegni in bianco.
Ma vorrei comunque catodicamente lanciare il mio monitor agli editori.
Hai visto mai che capiti per caso da queste parti il garzone del pizzicagnolo dal quale si serve la fidanzata del cugino più brutto di un vecchio amico delle elementari di un editore, e che questi due si ritrovino dopo anni su facebook?
In quel caso, confidando ciecamente sullo spontaneo passaparola che scaturirà dal garzone giungendo attraverso i vari passaggi sino all’orecchio dell’editore, mi sento di dire: cari editori, perché vi ostinate ad incartonare certi libri pretendendo in questo modo di sottolineare un’uscita speciale dei medesimi?
Passi per i volumi di grande formato, dove c’è bisogno a volte di tenere ben compattati anche pesi notevoli.
Ma nel caso dei cosiddetti tascabili, la copertina rigida “cui prodest”? (trad: “che minchia mi sta a rappresentare”?).
La rigidità coperturale è solamente un anacronismo insensato, richiama alla mente antichi termini come incunabolo, ma ci azzecca poco o nulla con il concetto moderno di libro.
Facendo un parallelo col settore automobilistico, sarebbe come continuare a dotare i bolidi odierni di predellini e parafangoni sporgenti da carrozza, con grosse lanterne a petrolio al posto degli abbaglianti.
Dalla copertina rigida emana una malcelata puzza sotto al naso, un vacuo vezzo nobileggiante che non ha più nessuna ragione di essere in un oggetto come il libro che è divenuto da tempo una preclara espressione di democrazia.
La bellezza della parola, della quale ciascun libro è portatore, se incastonata fra gli inamidati confini di una copertina dura, si può paragonare alla morbida leggiadria di una fresca fanciulla costretta fra le angustie di un ottocentesco busto con stecche in osso di balena.
La maneggevolezza e la piacevolezza tattile trasmesse da una copertina molle ti fanno invece direttamente apprezzare la “carta fisica” di quella medesima fanciulla senza aver fatto nemmeno la fatica di spogliarla.
Non parliamo poi della sovraccoperta…oddio, oddio, oddio, nooooooooo…la sovraccoperta, nooooooooo!!! Ma che cos’è?
Innanzitutto, quando leggi, dove la sbatti?
A tenerla calzata sul libro, è nei piedi, scivola giù, impaccia, non puoi sfogliare in santa pace che lei ci mette il becco.
La sfili e la posi sul comodino? Nove su dieci che alla fine della lettura, tutto preso da piacevoli postumi narrativi, la spatasci con il peso del libro ormai dimentico di lei.
Concettualmente poi, se la copertina dura ingessa il libro come un busto stile belle epoque, la sovraccoperta lo infagotta malamente come un mutandone della nonna indossato sopra la minigonna.
E si badi bene, non è una questione di prezzo. Le prime uscite, i bestseller, le edizioni speciali: escano pure al prezzo preventivato con la copertina dura, ma per favore ci facciano lo sconto sulla durezza.
La differenza la investano pure nella funzionalità della copertina, perché anche una copertina molle male incollata, con la costa senza spina dorsale che lascia tutte le pagine ondulate all’attaccatura, è una vera e propria schifezza al mondo.

Niente, era solo questo che volevo dire riguardo alla copertina dura.
Ora speriamo solo che il garzone parli al pizzicagnolo. Il pizzicagnolo alla fidanzata del cugino brutto. La fidanzata al bruttone medesimo, il quale si lamenti col cugino amico delle elementari dell’editore, di una copertina dura, che per due soldi, al mercato mio padre comprò.
E dopo vengano pure il fuoco, il toro, il bastone, l’acqua e il macellaio…purché non vengano più le copertine dure.

9 commenti:

Rosa ha detto...

condivido, anche se la copertina quando smetti di leggere è comoda come segnalibro. Ammetto di avere un problema: io faccio le orecchiette.

Rosa ha detto...

incredibile, ma blogspot-con-l'anima dice readsqul.

Gillipixel ha detto...

ehehhee...carine le orecchiette, Rose...ma io, che pur sono abbastanza disordinato in tutti i campi della vita, le orecchie nei libri non le sopporto...mi turbano l'equilibrio vitale-cosmico :-)
Blogspot è onnisciente :-D

farlocca farlocchissima ha detto...

pesano le copertine rigide, antipatiche antipatiche :-D asterne di blogspot così mi fermo

Rosa ha detto...

beh, se non le sopporti prechè le consideri "carine" ohibò! Sarà mica il diminutivo?
(criptico, blogspot suggerisce "sessec")

Rosa ha detto...

e ora torna in tema con bibletsr!

Gillipixel ha detto...

@->Rose: sono carine perchè rappresentano la trasgressività che non mi posso permettere :-D
ahahhaha...minchia che contorsione mentale :-)

@->Farly: cattive, cattive, le coperdure, via, pussa, brutte!!!
:-D

Maffy ha detto...

io sono una fan del tascabile....
più economico e meno ingombrante... alcuni libri occupano da soli l'intero ripiano della libreria....
tra un po' per far posto ai libri devo uscire io di casa!!!

bye a tutti e, per dirla come il buon blogspot, HUINT....

Gillipixel ha detto...

Benvenuta nel club tascabile, Maffy :-) anche le mie stanze sono piuttosto subissate da presenza libraria ed è sicuramente un problema, per certi versi...ma io ho notato che l'aumento della presenza di libri in casa è direttamente proporzionale all'incremento della mia serenità :-) a volte anche solamente con la sua vicinanza, un libro mi trasmette calma e senso di quiete...e più ce ne sono nei paraggi, e meglio è :-)
garkwin mi dice a me blogspot...forse si riferisce ad un supereroe metà gatto pasticcione ma pur sempre vincente fra i perdenti :-))