mercoledì 18 novembre 2009

Comodo, ma come dire, poca soddisfazione


«…Forma e sostanza…» cantavano Lindo Ferretti e i suoi Suonatori Indipendenti riuniti in Consorzio.
E fin qui siamo d’accordo, tutto normale.
La cosa un po’ meno normale è invece che la visionaria canzone dell’onirico cantore di poetiche meta-alienazioni post-metropolitane, mi sia tornata alla mente stamattina stringendo il volante della mia 313 GT, l’inutilitaria targata Gattopoli, con la quale ogni giorno mi reco in città.

L’autoradio non c’entra nulla, era regolarmente spenta. Nel tragitto antelucano attraverso le brumose plaghe di Gillipixiland, solamente a sentire un flebile cenno di voce umana potrei essere colto da irrefrenabili conati di volta-spirito.
No, no, niente autoradio dunque. L’oggetto tangibile che stavolta ha scatenato la mia reazione a catena riflessiva, è stato proprio lui: il volante della 313 GT.
E dire che si tratta del più normale e modesto dei volanti. Very very humble, nella sua “volantezza”. Il suo dovere di volante lo fa in maniera del tutto regolare. In altre parole: nella “sostanza volantesca”, nulla da eccepire.
Ma è stato un particolare della sua “forma” che mi ha fatto pensare.

Badate che da qui in avanti si andrà per importanti concetti estetici. Lasciate dunque ogni speranza voi che leggete.
Per il mio approfondimento, il volante della 313 GT è proprio ciò che serve.
Va precisato innanzitutto il concetto di “forma”, che potrebbe essere frainteso. Prendiamo ad esempio la sagoma geometrica del volante, o il suo diametro, o il diametro della sezione del tubolare da cui è costituito, o il fatto che nel mezzo ci siano delle razze attaccate al piantone dello sterzo: direste che questi elementi vadano classificati fra le caratteristiche costituenti la sua “forma”?
Uhm…così potrebbe sembrare: in un oggetto, c’è forse qualcosa di più connesso alla “forma” di quanto lo sia la sua sagoma geometrica?
Ma io dico invece di no: la sagoma geometrica e le suddette caratteristiche, fanno parte della “sostanza” del volante. L’avere una sagoma tondeggiante che agevoli la rotazione è caratteristica consustanziale all’oggetto “volante per auto ordinaria”. Per dire: in quelle da corsa, che hanno un’escursione dello sterzo molto più breve, il volante può magari essere anche tendente alla “rettangolarità”.
In un “volante per auto ordinaria” no.
Impugnando un oggetto, pur anche dotato di tutte le altre caratteristiche del volante, ma privo della sagoma tondeggiante, non si potrebbe dire di avere fra le mani un “volante per auto ordinaria”. E’ come se l’oggetto stesso mancasse. In pratica, non c’è la sua sostanza. Sarà un’altra cosa, si chiamerà “sbobbante” o “volevole”, ma di certo non volante.
Possedere una sagoma che favorisca un rapido movimento rotatorio fa parte della “volantità”.

Ma allora in questo caso che fine fa il concetto di “forma”, se nemmeno la sagoma geometrica ci rientra?
La “forma” è ciò che rimane dopo aver setacciato ogni aspetto della “sostanza”. La “forma” è il peso netto depurato della tara della “sostanza” (o viceversa).
Alla “forma” competono tutte le caratteristiche libere di mutare senza intaccare la sostanza dell’oggetto.
Il volante è giallo, blu, bianco, rosso o verdone? Rimane sempre un volante.
Il volante è liscio, ruvido, satinato, semirugoso? Rimane sempre un volante.
Il volante è di plastica, di acciaio, di alluminio? Rimane sempre un volante (anche qui un’apparente contraddizione: la sostanza, nel senso di materiale, di cui l’oggetto è composto, non fa parte in questo caso della sua “sostanza” concettuale).

«…Va beh...» dirà a questo punto spazientito il caro lettore, «…ma quando la finisci di bastonare il cane per l’aia?...».
Vengo al dunque, vengo al dunque…e riprendo in mano anche il volante della mia inutilitaria.
Cosa si deduce insomma da questa parte del mio sproloquio?
Due punti fondamentali.
Uno: distinguere gli elementi appartenenti alla “sostanza” da quelli di competenza della “forma”, non è sempre operazione così immediata.
Due: se è vero che sulla “sostanza” non si può barare (pena la perdita dell’essenza dell’oggetto), per quanto riguarda la “forma” invece possono entrare in gioco tutti i biscazzieri e gli stracci di gamblers immaginabili.

Come appunto è accaduto con il volante della 313 GT, che con una sua stravagante caratteristica formale mi ha fatto un po’ sobbalzar d’ilare sdegno.
Cosa non ti vanno mai ad accarezzare infatti i miei polpastrelli e palmi delle mani, ogni qual volta impugno il fatidico “tondo guidi”?
Ovvove!!! Una simil-superficie plastica maldestramente taroccata in guisa di simil-pelle di un non meglio precisato simil-animale, estinto ancor prima di appartenere a qualsivoglia simil-specie!!!
Ditemi voi che senso può avere: un accessorio fondamentale, come il volante in plastica, montato su uno degli strumenti più preclari della modernità, qual è l’automobile, agghindato con una fasulla rifinitura, che pretende di rievocare bislaccamente vetuste guarnizioni in pelle da cocchio stile Belle Epoque, o giù di lì.


Ed eccoci alfin giunti al concetto estetico cruciale di tutto il mio discorso. Dal volante di una inutilitaria al mondo dell’espressività e dell’arte in generale, il passo non è breve. Ma grazie alla fantasia che nella mente frolla del viandante per pensieri di certo non scarseggia, l’ardua impronta è tosto posta innanzi.
Cosa ci insegna infatti un umile volante di 313 GT, riguardo al modo in cui i frutti dell’ingegno umano “ci parlano”?
Che tra “forma” espressiva e “sostanza” espressiva ci deve essere una sintonia consequenziale; e che lo scollamento tra “forma” e “sostanza” può causare una stonatura inaccettabile che va ad inficiare tutto l’atto comunicativo nel suo insieme.
La riflessione, portata in alto di diversi gradini, sino a farle raggiungere i livelli del ragionar d’arte, introduce la categoria del «kitsch».
Il «kitsch» fa la sua comparsa quando, per “maldestria” (sono orgoglioso di questo neologismo, che si contrappone nel suono e nel senso a “maestria”) o per cattiva fede, l’artista si lascia scappare o introduce scientemente uno scollamento tra “forma” e “sostanza” espressiva.

La morale della favola è ancora una volta duplice e correlata.
Uno: se già risulta non proprio banale distinguere tra “forma” e “sostanza” in un umile volante di 313 GT, figurarsi come potrà essere arduo in ambiti espressivi ben più complessi.
Due: l’inganno espressivo praticato attraverso un umile volante suscita al massimo un sorriso, mentre la truffa creativa imbastita con strumenti comunicativi ben più articolati (dove forma e sostanza sono ancor più compenetrati, reciprocamente sfumati) può dare adito a pericolosi fenomeni di manipolazione delle menti “esteticamente” più sprovvedute ed indifese.

That’s all, folks!
…e se fino a qui ve le ho cantate io, ora lasciatevele cantare un po’ anche da Lindo…



14 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

Uhm la 313 con il volante di puro lonfo quasi vintage, ma allora non è proprio un'inutilitaria, sfiora quasi l'elegantaria... (terza media come livello di battuta perdono)...

nelle arti marziali giapponesi esistono i kata (forme), prima impari il kata, lo ripeti fino alla nausea, quando la forma è tua davvero, solo allora puoi riempirla di sostanza e quella è cosa impalpabile eppure evidentissima... anche lì devo dire che il kitsch esiste :-) besos (il pezzo dei csi è bellissimo!!!)

farlocca farlocchissima ha detto...

gilly aiuto blogspot mi dice phess ha capito che stamattina ho un solo neurone... phess quel inteligent è in scioper

Gillipixel ha detto...

@->Farly: grazie per questa piccola, ma importante chicca marziale, Farly :-) conferma un po' il mio discorso, che magari non era poi così chiaro :-)
Partire dalla forma per agguantare la sostanza, io lo intendo così: la prima è la più fuggevole e non deve essere scollata dalla seconda, se manchi la forma, poi svacchi nella sostanza :-)
...non badare a blogspot, è sempre un gran burlone :-)
Pensa che a me dice tatizes :-)
...tatizes a moi? Ma come si permette?!?!? :-D

Gillipixel ha detto...

Farly: ahahahhhahahaha :-D botto d'ilarità a scoppio ritardato :-)
IL LONFO!!!...non me lo ricordavo...stupendo!!! Grazie per avermelo rimembrato, Farly...è proprio vero, il volante della 313 deve essere di pelliccia di puro lonfo :-)

Il Lonfo

Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.

E' frusco il Lonfo! E' pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.

Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;

e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.

Fosco Maraini

farlocca farlocchissima ha detto...

bella eh? rimembranze... ecco sarebbe da postare su parole in cerca come esempio di somma arte dell'inutile e elegia della rimembranza :-D

Anonimo ha detto...

"se già risulta non proprio banale distinguere tra “forma” e “sostanza” in un umile volante di 313 GT"

Ok, mi e' filosoficamente garbato Giili ed e' anche molto interessante, ma non bere piu' la mattina....

;-)

Ciao

Bel video e grande band


Yossarian

Gillipixel ha detto...

@->Yoss: la cosa più grave è che non avevo nemmeno bevuto :-D
Grazie Yoss, alla tua salute :-)

scodinzola ha detto...

Ciao Gil, vedo che hai ripreso alla grande la tua produzione nell'andarperpensieri!
Riuscire a trovare l'ispirazione da uno sterzo....
Te l'ho probabilmente già detto che un pò ti invidio per questa tua capacità; sarà che io sto attraversando un periodo nel quale mi sento depauperata di entusiasmo, curiosità, voglia di fare: mi sembra che niente abbia un senso.
Però non mi è passata la voglia di incrociare il tuo andarperpensieri, e visto il tuo periodo prolifico, mi fai un pò di compagnia.
A proposito, bellissimo anche il post "pensieri sfogliati". Curiosità: ma che numero hai di scarpe??????????
Buffetto dispettoso....

Gillipixel ha detto...

@->Scodinzola: ciao Scodi :-) ben ritrovata...mi è spiaciuto molto leggere di questo tuo momento di poco entusiasmo generalizzato...non lasciarti prendere dallo sconforto, sono periodi che fanno parte di noi, vanno presi così, con calma...anche da essi, quando sono passati, ci si accorge di avere imparato...quando ci sembra che niente abbia un senso, è solo perchè la realtà sta rimescolando le carte, ma poi ci serve ancora una mano interessante per affrontare entusiasmanti nuove partite :-)

Gillipixel ha detto...

@->Scodinzola: vedi me, per esempio: sono così svanito che per sbaglio ho inviato la risposta al tuo commento senza aver finito :-) Altro che rimescolata, mi ci vuole un mazzo di carte nuovo :-)

A parte le facezie, mi lusinga veramente sapere che le mie scribacchiate continuano ad interessarti facendoti compagnia, Scodina :-)

Grazie di cuore!
Come dissi già, la tua gentilezza possiede una classe lieve e vellutata, giusto come quella di una zampatina di micio :-)

Non ho un gran piede, forse è stato l'inganno dell'inquadratura ravvicinata nella foto :-)
...ad ogni modo, per la cronaca: numero 43 :-)

scodinzola ha detto...

...è che a furia di mescolare le carte mi si sono anchilosate le mani!!!!!!!!!
Io non credo che tu abbia bisogno di un mazzo nuovo, ti sei solo imbrogliato a mescolarle (ti è mai successo che mentre ti adoperi a fare un lavoro da prestigiatore le carte..... puff! Tutte in terra?)
A proposito: lo sterzo della mia 313 ha una piccola protuberanza in corrispondenza della mano sinistra.. l'ho notato dopo aver letto il tuo post! Quindi è un cerchio ma... con un bernoccolo!
Buffetto... sul piedino

Gillipixel ha detto...

@->Scodinzola: propriamente alle prese con giochi di prestigio non mi è mai capitato, Scodi, ma è una bella metafora in generale, questa tua :-)
Ad esempio: il mio tema fallito alla maturità, fu un bel sparpagliamento di carte sul pavimento :-)
oppure tante volte in dialoghi con ragazze che mi piacevano: timidezza e incasinamento verbale a go go, e zappp!!!tutto il mazzo sulla moquette :-)
Buffa però questa cosa del bernoccolo sul volante della 313 SD (targata Scodinzola, of course... :-)
Questo bernoccolino sarà una componente formale o sostanziale? :-)
Grazie per i tuoi buffettini sempre molto graditi :-)

scodinzola ha detto...

Chissà...forse le ragazze che ti hanno fatto cadere il mazzo erano soltanto "formalmente" interessanti ma non "sostanzialmente".
Penso che quando con una persona stai bene la partita sembra sempre troppo breve e non vedi l'ora di farne un'altra! Certo, probabilmente qualche mossa avventata scappa, ma le carte per terra...

Il bernoccolo sullo sterzo della 313SD credo che formalmente non abbia senso, ma sostanzialmente...
Aiuta a mantenere la retta via!!
Buffetto solleticoso

Gillipixel ha detto...

@->Scodinzola: :-) già, credo anche io, Scodi: quando stai bene con una persona, le carte sono ben salde in mano e si pescano sempre assi e figure :-)
Mi è piaciuto molto questo solletichevole buffetto :-) Grazie