venerdì 25 dicembre 2009

Finding my religion


Il significato che la Bibbia riveste per coloro che credono, non c'è bisogno che ve lo venga a raccontare un sottoscritto gillipixante qualsiasi e qui presente.

Le mie competenze si rivelano deficitarie, e bislacche anzichè no, già per quel che concerne il capitolo dell'al di qua. Figurarsi se mi permetto di andare a discettare sull'al di là. Ho il massimo rispetto per la religiosità di chicchessia, purchè si tratti di religiosità a sua volta rispettosa dell'altrui libertà di pensarla, anche di pensare superflua ogni religiosità.
E già qui ci sarebbe da ingabolarsi in una disputa spinosa, perchè se c'è un tratto che accomuna le religioni in qualche modo "istituzionalizzate" è proprio la loro tendenza a voler convertire chi ancora non crede, una sorta di esclusivismo del credo proprio.
Ma come dicevo, non è mia intenzione addentrarmi in siffatte sottigliezze teologico-dottrinali.

Una mia religiosità credo di averla pure io. Come ogni cosa che mi riguardi, anch'essa è un guazzabuglio che si fa prima a rinunciare a capirci qualcosa.
La mia religiosità io la vedo come un mosaico spiritual-culturale continuamente in itinere, un quadro mai finito, al quale aggiungere chiazze di colore ogni giorno che passa. La mia religiosità non consiste nella pretesa di un prodotto acquisito, bensì in una ricerca sempre rinnovata.
La mia religiosità è fatta (o perlomeno "cerca" di essere fatta) di quotidiana costruzione di stupore, verso le persone, verso gli esseri in genere, verso l'essere globale e le cose tutte.

Però qui si divaga.
Dicevo della Bibbia.
Per acclarata incompetenza mia, lascio da parte dunque il fatto che si tratti soprattutto di un libro di fede. Fatto ciò, ci rimane in mano sempre un libro bellissimo. La "God's Inc. Press & Supernatural Facts" è una casa editrice che si è sempre servita di autori coi fiocchi. Se non fosse una battutaccia, mi scapparebbe quasi detto che se non era gente che scriveva "da Dio", non ne voleva nemmeno sentire parlare.
Così capita spesso, prendendo in mano la Bibbia, di incappare in brani che sono una vera beatitudine per il proprio senso estetico. Ripeto: al di là del fatto di fede. Parlo di un punto di vista meramente letterario, culturale, che sfocia inevitabilmente nell'artistico-filosofico.
Sono perfezione fatta linguaggio, questi passi. Ci donano la conferma di quanto "parola" e "uomo" siano due entità simbiotiche ed operanti in vicendevole legittimazione: la parola "crea" l'umanità non meno di quanto gli esseri umani creino parole.
Ma qui è tempo di tacermi. Qui è tempo di lasciar voce alla bellezza:

«In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio.
Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza
e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me".
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato».

Vangelo secondo Giovanni - Prologo



- Micheal Stipe -
l'unico essere umano di sesso maschile
che avrei anche potuto sposare :-)


2 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

mi sarei aspettata losing my religion :-D bel post bello bello... (baamator dice quel pagano di blogspot)

Gillipixel ha detto...

@->Farly: il riferimento del titolo era chiaramente Remmiano, Farly :-) ma poi ho scelto un'altra canzone per contrappunto :-) questa è molto delicata e mi sembrava in tono con tematiche di bellezza in generale :-)
Anche blogspot avrà una sua religiosità :-) e in ogni caso, è un bravo ragazzo :-D
Grazie Farly :-)