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Dovrò impegnarmi di più a seminare il supremo "credo del dubbio" se vorrò guadagnarmi l'ambito passaggio alla lista di destra...
Adesso viene il bello. Dantescamente, per lui si va nel tempo delle responsabilità e delle sfide grandiose. C’è tanto da fare e ancor più da sperare.
Ma un frutto è già stato colto. La fiducia oggi sorride di ebano radioso.
Basta col bagliore sinistro e sbandato nello sguardo di viso pallido “occhio di vitello”.
Basta con l’ottusità del male.
Basta crudele follia, che scoppietta di tragica insignificanza come una grottesca manciata di pop-corn unti di sangue.
Oggi ad andar per pensieri si tira su un’idea sola: Obama.
Un uomo-idea-di-mondo in prospettiva di luce.
Un uomo-idea che a pensarla si porta dietro altri idea-uomini. E Jack Kennedy e il mite Bob, e Martin Luther e il suo sogno. Perchè possa diventare più vero oggi, senza mai perdere lo smalto del sogno domani.
Da bambini l’adesione è totale, senza cautele, spontanea. Non si immagina il distacco, semplicemente non se ne ha concetto. La memoria amniotica è ancora troppo viva, la pienezza del sogno placentare ci vela ancor troppo pesantemente lo sguardo.
È all’illusione di quel sogno che confidiamo di aggrapparci ancora, ogni volta che conosciamo di nuovo. Nuovi amici, nuovi amori (corrisposti o no), nuovi colleghi, nuovi vicini di casa, nuovi negozianti, nuovi gatti, nuovi baristi. Nuovi vivi. Si riplasma ogni volta la nostra mappa del calore umano.
Il segreto è un inganno fatto a noi stessi. Il segreto è imparare a saper dosare la tensione del nodo, che nessun legame può durare sempre. Il segreto è saper suggere, da quel fiore-calore, la misura esatta della sua fugace fragilità.
Un’oncia di polline in meno e non si potrà veder gocciolare miele di sorrisi, baci, attimi di convivio dello spirito, di fusa, o il ricordo vitale di tutto questo.
Un’oncia di polline di troppo e sarà sofferenza un giorno ad otturare le cellette in cerulei esagoni ormai disseccati d’affetti e di vicinanze.
Tutto questo solo per lo spostamento di alcuni colleghi nel vasto open space dell’ufficio. A volte basta che la temperatura del calore umano in cui siamo immersi si scosti di una frazione insignificante di grado dallo stato di equilibrio raggiunto, e ci si rende conto di quanto delicata sia quella proporzione.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Salvatore Quasimodo
“Acque e terre” (1920-29)
Got a feeling inside (Can't explain)
It's a certain kind (Can't explain)
I feel hot and cold (Can't explain)
Yeah, down in my soul, yeah (Can't explain)
Can't explain I think it's love
Try to say it to you
When I feel blue
The Who (1965)