lunedì 17 novembre 2008

Questo è un lavoro per...!

(Fotomontaggio di Gillipixel)

Oggi, manieristicamente, ripensavo un po’ ai vari argomenti strambi affrontati negli articoletti di questo mio ancor più bizzarro angolo di scribacchiature (ghiandole salivari, texture, blob fatti in casa, solo per citare le ultime mie futilità) e fra me e me mi dicevo: “…Sono proprio il Superman dei blogger…”.
Ma non mi fraintendete, non è che mi sono montato la testa, e tanto meno mi stavo profondendo in un moto di auto-esaltazione scellerata.
Tutt’altro.
E se mi lasciate spiegare per due righe, vi renderete conto che si trattava di una considerazione niente affatto lusinghiera.
Nella bellissima raccolta di saggi critici “Apocalittici e integrati” (uno dei più bei testi per imparare ad osservare i fenomeni artistici con occhio “asciutto” e disincantato), Umberto Eco analizza esattamente la figura del super eroe domiciliato a Metropolis, facendo riflettere su di un passaggio fondamentale per capire l’impianto narrativo di questo fumetto e di conseguenza le implicazioni socio-esistenziali connesse.
Superman, ci ricorda Eco, possiede super poteri coi quali potrebbe benissimo prodigarsi per risolvere “inezie” come la fame nel mondo, le guerre sanguinose che affliggono il pianeta, i disastri ecologici, tanto per citare solo alcuni esempi di “problemucci” più eclatanti.
Ma nonostante questo po’ po’ di potenziale, SuperLui si ostina ad assicurare alla giustizia qualche rapinatore di banca di tanto in tanto, a frenare la corsa impazzita di qualche treno, o tutt’al più a bloccare le criminose intenzioni di scienziati perversi regolarmente intenzionati a distruggere la Terra, ma una volta passato il pericolo, per quanto gliene può fregare a SupeLui, lascia pure che crolli la finanza mondiale e l’ambiente si riduca ad uno schifo.
Il messaggio che le storie di Superman vogliono far passare, commenta Eco, è tutto confezionato all’interno di una logica piccolo-borghese e in questo ambito si spiega la Super-sua selettività nel risolvere i problemi del mondo: SuperLui supercombatte le storture medie che il lettore medio si attende di veder mediamente combattute, oppure si prodiga in certe pacchianate esaltanti da “mejo fico der bigoncio”, più in sintonia con una ricerca di clamore in stile Grande Fratello, Talpa, Isola dei Famosi e simili, che non dettate da un’intenzione effettiva di fare il bene dell’umanità.
In questo senso dunque mi sono sentito il Superman dei blogger.
Con tutti i problemi che ci sono al mondo, le questioni complesse che lo attanagliano, io cincischio spesso sul filo della surrealtà.
Tuttavia, credo di poter dire che nel mio caso le intenzioni siano alquanto differenti.
Non è tanto la dimensione medio-borghese che mi interessa, non ci penso nemmeno. Il mio pensiero va più verso la convinzione che osservando la realtà da punti di vista inediti, anche se si tratta di piccoli dettagli, si può andare in qualche modo più vicini ad una sua comprensione. Ora non vorrei menar la faccenda troppo per l’aia, ma queste mie mini-incursioni per assurdo nel mondo del possibile, le intendo quasi una palestra di tolleranza in cui nel frattempo si può tenere in allenamento anche lo spirito critico.
O almeno così mi pare.
In ogni caso, di una cosa adesso sono sicuro.
Finalmente ho colto fino in fondo la saggezza di una battuta sentita qualche tempo fa: “Se Superman è così intelligente, perché porta le mutande sopra i pantaloni?”

4 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

:-) a parte il fatto che "parlare di niente" a volte trasmette moltissimo, mi fai pensare che un post così è una meravigliosa scusa per rileggersi tutti i superman senza neanche doverli nascondere :-)

Gillipixel ha detto...

ehehehe...è vero, Farly :-) e poi uno, con la scusa che ne ha parlato Umberto Eco, rischia pure di fare la figura dell'intellettuale leggendo Superman :-)...per quanto riguarda il parlare di nulla, credo di sapere il fatto mio :-) ...a rileggere presto tuoi bellissimi articoletti poetici e se vorrai, tuoi nuovi commenti qui da me, che mi fanno sempre un grande piacere :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

uhmm il più psicoanalitico esistenziale era Devil, che era pure cattivo fino ad un certo punto, potremmo proporre una rilettura colletiva in chiave psico-new-age-colta di tutta la produzione super qualcosa e poi rileggerci pure topolino e tex willer allo stesso modo... ;-)

Gillipixel ha detto...

ehehehhe :-) buona idea: il Cenacolo dei Fedeli di Cartone :-) il Dolce Stil Fumo :-)...ricordo certi episodi dei fumetti della Marvel (Devil o Fantastici 4, o altri), che per capirli ci voleva la laurea in astrofisica con dottorato in esistenzialismo spazio-siderale :-)...ad ogni modo, i miei due maestri vita rimagono Tex, che mi ha insegnato il senso dell'onore e l'onestà, e Alan Ford, che mi ha insegnato che nella vita si perde quasi sempre (soprattutto se sei un onesto con senso dell'onore :-)