martedì 24 marzo 2015

Gente da sfogliare


Le persone assomigliano ai libri. Non solo perché l’incontro con loro avviene spesso seguendo sentieri irrazionali e misteriosamente aleatori. Ma anche per il fatto che, in qualche modo, da ogni individuo può traspirare un certo sentore di genere letterario particolare.

Ci sono gli uomini-romanzo, le donne-thriller, le ragazze-giallo, gli uomini-saggio-storico, le signore-ricettario-di-cucina e così via. La somiglianza non è da intendersi in senso diretto. Più che altro, le persone, coi loro comportamenti e vezzi, con l’aura che le circonda, suggeriscono atmosfere assimilabili ai diversi generi letterari. Non c’entra in termini immediati nemmeno la complessità: la personalità di una donna-libro-di-giardinaggio può risultare paradossalmente molto più articolata e profonda di quella di una signora-saggio-filosofico. La questione si dipana intorno a un sentire libresco molto indefinito. D’altra parte, è una cosa che capita spesso coi libri medesimi: in molti casi, la differenza di qualità viene fatta dal modo in cui sono scritti, più che dalla grandezza dei temi affrontati.

Ecco, possiamo allora sviluppare il concetto dicendo che ci sono persone scritte bene e altre scritte male. Quando si trova una persona scritta bene, è un piacere averci a che fare e frequentarla. Indipendentemente dai temi di cui tratta il suo stare al mondo, si rimane affascinati dalla leggerezza del vivere emanata, dall’eleganza del suo esserci, dall’accuratezza del suo relazionarsi alle cose e alle persone, dalla musicalità con cui affronta lo spazio e il tempo. Molto importanti sono anche il ritmo e la bellezza evocati (da intendersi non solo circoscritta ad una questione estetica legata alla fisicità).

Così, come esistono libri “della vita”, ci sono anche persone “della vita”. Sono frutto di una serie di ingredienti non meglio analizzabili separatamente, ma quando capita di incontrare tali libri o tali persone, ci si innamora oppure diventano amici molto importanti, che spesso durano “per sempre”. Rimanendo ancora dentro la metafora, è bello anche immaginarsi i rapporti fra le persone come relazioni di lettura reciproca. Un’amicizia, un sentimento, un affetto, un amore, si coltivano leggendo, sfogliando, approfondendo gli argomenti scritti nell’altro. Così come il nostro dare amicizia, affetto, amore, può essere visto come un concedere agli altri di sfogliarci e di leggerci.

Da tutto questo può nascere una specie di gioco-esperimento mentale. Può essere divertente pensare alle persone che conosciamo, e cercare di capire, prima, se si possono incasellare in un certo genere letterario, e poi, se sono scritte bene o scritte male. Augurandoci tutti a vicenda, di non avere attorno barbosi tomi enciclopedici scritti con l’elefantiaca ridondanza tipica dei libretti d’opera.


2 commenti:

Marisa ha detto...

mmmmmmmm... mi chiedo a quale genere letterario appartenga il senatore Razzi.

Non so, ho troppo rispetto per i libri e assolutamente meno verso un certo tipo di persona, parlo degli iniqui, dei meschini, dei violenti e dei corrotti.
Secondo me non meritano nessun tipo di considerazione letteraria, valgono meno di niente.

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: infatti, Mari, per certi soggetti temo che la metafora non valga :-) è meglio pensare alle persone di valore, o anche a quelle che ci sono care e che ci stanno vicine...quelli sì che valgono un parallelo letterario...certi figuri invece vanno bene giusto per le divertenti imitazioni di Crozza :-)

Bacini a pagine :-)