venerdì 20 marzo 2015

Le muse di Kika van per pensieri: Felice Casorati (1883-1963)

Eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrichetta “Le muse di Kika van per pensieri”. Affrontiamo stavolta un pittore italiano di tutto rilievo: Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963). Nel repertorio dell’artista piemontese, Kika ha scelto in particolare l’opera intitolata “Ragazza sul tappeto rosso”, del 1912.

E’ sempre difficile determinare classificazioni, divisioni in correnti, scuole e così via, soprattutto nel caso di grandi autori. Tuttavia, per parlare di Casorati, non si può non fare riferimento a Giorgio De Chirico e alla Metafisica. Pur percorrendo strade del tutto personali e originali, è un po’ in questo grande filone artistico che si inserisce l’opera di Felice Casorati. 

La poetica metafisica di De Chirico si propone di stabilire un contatto con la dimensione enigmatica del reale. In estrema sintesi, la Metafisica, attraverso la propria indagine espressiva, mette in rilievo il grande mistero celato negli aspetti del mondo all’apparenza più evidenti. Non c’è nulla di più inquietante e inesplicabile delle cose che quotidianamente ci circondano, a saperle osservare sotto un certo punto di vista. Magari si tratta di oggetti, scenari, ambienti che vediamo da anni, ci sono così familiari da non notarli quasi più. E tuttavia, ad un certo punto arriva il momento in cui scatta in noi un “meccanismo epifanico”, che ce li illumina sotto una luce mai colta prima, trasformandoli ai nostri occhi nell’elemento più esoterico della realtà.

Scrive il professor Flavio Caroli nella sua “Storia dell’arte” (Electa, 2001 - pagg. 494-496): «…De Chirico […] corre su una lama; da un lato un’immaginazione altissima, dall’altro lato un ferreo gusto del nonsense, cui non rinuncerà fino all’ultimo giorno della sua vita. Le due facce della medaglia, altezza creativa e percezione dell’assurdo, sono una chiave per capire tutto il XX secolo […] In de Chirico, stasi del tempo, la vita che si ferma in un flash, la vita come immobilità ed enigma perpetuo […] Si può sapere di più? Non si può sapere di più perché non c’è nulla da sapere. Non esistono risposte perché non ci sono domande. De Chirico ha l’esattezza della scrittura, la precisione nella scelta delle parole, di Franz Kafka. Il massimo di chiarezza corrisponde al massimo di ambiguità. Non è con la forza che si estorcono verità alla bocca cucita della Sibilla…».

Casorati conosce la Metafisica nel periodo del primo dopoguerra, intorno al 1919. Rispetto a De Chirico, la sua ricerca sarà meno indirizzata a sviscerare l’inquietudine di certe atmosfere “ultra-reali” (pur essendoci tanto anche di questo aspetto, nella sua opera), e più propensa ad indagare gli archetipi di bellezza celati nelle forme classiche, con una particolare attenzione allo studio spaziale e cromatico (sulla scia di queste suggestioni culturali, s’innesterà poi l’opera di un altro grande del ‘900, Giorgio Morandi).
 "Concerto" - Felice Casorati (1924)
"L'attesa" - Felice Casorati (1921)

Il dipinto di Casorati che consideriamo oggi è del 1912, e si pone dunque in anticipo rispetto al discorso più maturo che il pittore svilupperà successivamente. Tuttavia, già in questo dipinto si può capire come mai, in seguito, riguardo alla sua poetica, ancor più precisamente che di metafisica, si parlerà di “realismo magico”. Osservando la scena immortalata dal pittore, mi pare di notare un impianto compositivo sostenuto da una sorta di “dinamismo che non porta da nessuna parte”, se così si può dire. Il che sembra abbastanza in sintonia con le idee viste finora. 

La figura della ragazzina, per la particolare postura che assume, si presenta allo spettatore con la forza di una specie di compasso in rotazione. Il busto e la testa formano il puntale di questo compasso (infisso nel cuscino attraverso il gomito), mentre le gambe assecondano il moto del cerchio che viene disegnato, con questa idea di movimento ciclico che si prolunga poi anche sulle pagine sfogliate del libro e su altri oggetti sparpagliati a terra. Il senso della circolarità viene richiamato anche nel ventaglio aperto, nel piatto e nel cagnolino acciambellato, ma alla fine si tratta di un insieme di “movimenti statici”. Nessun altra figura geometrica come il cerchio, suggerisce in maniera così efficace l’idea del tempo che, ripiegandosi su se stesso, sulla propria idea di ciclicità, sembra rimanere in bilico per sempre. A completare lo straniamento causato dalla scena, ci pensa poi la distesa del tappeto fiorato che pare condurre lo sguardo verso l’infinito, rischiarato da due splendenti quanto misteriosi rettangoli di luce proiettati dalla finestra.
Venendo al gioco delle similitudini fisiognomiche, devo dire che per l’occasione, più di vere e proprie somiglianze, si è trattato di labili suggestioni. Questo un po’ anche per le caratteristiche del dipinto, in cui il volto della fanciulla si intravede appena. Non sono dunque vere e proprie somiglianze, ma più che altro “ectoplasmi di fantasmagoriche reminiscenze somatiche” (…va mò là!...).

Il primo volto è notissimo, e non sto nemmeno a scrivere nome e cognome, perché chi non lo conosce vuol dire che non ha mai voluto bene alla mamma…
La seconda vaga ipotesi è molto strana:

Non so come mai, ma il volto della fanciulla di Casorati mi suggeriva in qualche modo questa Jean Moreau in versione un po’ mascolina, nel film “Jules e Jim” (1962) di Francois Truffaut. 

A seguire un’altra fascinosa donna che è già stata ospite della nostra rubrichetta, molto nota per la sua voce:
Anche questo è un volto più che familiare: si tratta della cantante Elisa, della quale, per scelta artistica, si cita sempre e solo il nome, ma che ha anche un cognome simpatico, anche se poco da rocker: Toffoli.

Chiudo con l’ultima simil-similitudine vagheggiante:

Questa è Melba Ruffo, popolare volto della televisione di qualche anno fa, dove apparve spesso in veste di presentatrice (mi pare di ricordarla al fianco di Luciano Rispoli, che nella sua classica inflessione lievemente adenoidea, le si rivolgeva chiamandola “Belba”). 

Si conclude così questa puntata un po’ metafisica della nostra rubrichetta. Ora andiamo da Kika a scoprire tutti insieme le magie di moda che ci ha riservato oggi, ispirandosi al tema della ragazzina di Casorati.

1 commento:

Claffy75 ha detto...

Questo quadro di Felice Casorati mi colpisce molto. Perché Trovo una somiglianza straordinaria con mia figlia. Vorrei avere se possibile degli approfondimenti. Per esempio se questa, bambina è realmente esistita. Grazie.