giovedì 18 dicembre 2008

L'audience di Pavlov

(Fotomontaggio di Gillipixel)

Dato che sono ancora in clima manieristico, ne approfitto.
Ieri sera su Italia Uno ho visto una cosetta che mi ha alquanto irritato, demoralizzato, deluso e allarmato.
Ora mi pare di sentire l'eco provieniente dal monitor del pc: "...Ecchesaràmmai? Forse che Studio Aperto dopo 10 anni ha dato una notizia alla maniera di un telegiornale vero?...".
Eh, va beh dai, adesso non esageriamo.
L'ho detto in premessa: sto parlando sempre in ottica manierista, per cui è pur sempre di un'inezia che mi accingo a tratteggiare i contorni. Ma certi aspetti della realtà che per una persona normalmente raziocinante possono passare tranquillamente inosservati ed essere classificati come secondari, per il manierista scrupoloso rappresentano invece gravi sintomi di distorsioni e stonature esistenziali.
Stavo provando a vedere un film (quello della ragazza col naso da maiale, roba impegnata, dev'esser stato lì lì per strappare la Coppa Volpi...e dire che in fase di risposta al commento di Farlocca facevo il difficile su Starsky e Hutch... :-), quando si insinua subdolo un messaggino promozionale iper-molesto.
Non sto mica parlando di uno spot durante un'interruzione della trasmissione, macchè, quella è roba superata, ormai ti fracassano le orchidee direttamente a film o telefilm in pieno svolgimento. Ma questo è stato niente.
L'odiosità più grande stava nei modi della promozione: il logo del canale spariva e si materializzava al suo posto quello di RaiTre. Una sorta di manina con una spugnetta cancellava il simboletto del canale concorrente, e subito appariva la scrittina RaiDue, e così via con tutti i canali più noti, fino alla ricomparsa finale del pataccone di Italia Uno, con a fianco la scritta in rosso: PROSSIMAMENTE.
Sarò paranoico io, ma per me questa cosa è sporca. E' sleale.
Innanzitutto sa tanto di mezzuccio di quarta categoria per accapararsi l'attenzione, e con mezzi poco chiari.
Ma, quel che è più grave, tratta lo spettatore come un idiota e nello stesso tempo è come una tacita ammissione che le trasmissioni di quella rete sono solo un pretesto per tenere lì incollata la gente per rimpinzarla di spot. Va beh che questo era più che chiaro da tempo, ma qui siamo all'ammissione spudorata.
Lo spettatore è considerato alla stregua del cane di Pavlov.
Ivan Petrovič Pavlov (Rjazan, 1849 – Leningrado, 27 febbraio 1936) , fisiologo, medico ed etologo russo, è passato alla storia per il celeberrimo esperimento dimostrativo del "riflesso condizionato". Lo studioso prese un cagnetto, presentandogli più volte del cibo unitamente al suono di un campanello. La vista del cibo faceva ovviamente salivare la bestiola.
Dopo diverse presentazioni di pappa più scampanellata, Pavlov rilevò che alla fine l'effetto salivatorio si verificava anche senza far vedere più nessun cibo, ma semplicemente col solo tintinnio del campanellino.
Per lo spettatore di Italia Uno si pretende un meccanismo simile: non gli deve importare nulla il contenuto, il tipo o il genere della trasmissione per la quale "si deve sentire in attesa". L'importante è che lui "si senta in attesa". Fa niente se insieme al campanellino non c'è nessun cibo: lui deve salivare alla vista del "prossimanente" nudo e crudo, condito di qualche trucchetto o poco più.

4 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

però un po' ti sta bene così impari a guardare mediaset :-)

Gillipixel ha detto...

ehehehhehehe...vero, vero :-) chi è causa del suo male...ma è stato quel ben stiller zazzeruto a fregarmi :-)
però questo film della ragazza col naso da maiale era troppo strambo per non attirare la mia attenzione...alla fine in ogni caso, cambiando l'ordine del fattori, il prodotto non cambia: un lento addentrarsi nell'universo ronfatorio :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

il film della ragazza con il naso da maiale l'ho visto pure io in non so più quale serata con nipotina, era mooolto romantico e grazioso :-) capisco l'attrattività

Gillipixel ha detto...

sì :-) a me affascinano sempre le storie con protagonisti un po' emarginati, incompresi, ma fieri della loro diversità :-)...che gusto c'è ad essere uguali? :-)
...però neanche troppo diversi, perchè altrimenti ricadi in una nuova classificazione che ti riugualizza: ricadi nella categoria dei diversi, e sei di nuovo normalizzato in un gruppo :-)
Insomma, meglio essere diversi ma non troppo :-) oppure, meglio ancora, non pensare a tutte queste cose :-)