Le bruttine mi sono sempre piaciute di più.
Non le brutte, no. Neanche il termine "bruttina" rende tanto l'idea, non è preciso ed è ingeneroso. Che poi, pure quando si dice "brutto" a qualcuno, si compie un atto di odiosa presunzione, perchè comporta l'arrogarsi un diritto di giudicare che forse non compete a nessuno.
E non voglio nemmeno sembrare indelicato toccando temi piuttosto sottili. Sentirsi fisicamente "inadeguati" a volte è un grosso problema, con implicazioni psicologiche serie, e non voglio minimamente che si pensi che sto trattando questo argomento con leggerezza o con ironie fuori luogo.
Non bruttine dunque. Ma non so, non saprei usare una parola più adatta.
Allora, facciamo così: fate conto che non ho ancora scritto nulla, e ricomincio.
Le donne particolari mi sono sempre piaciute di più.
Quelle incasellate negli stereotipi alla moda, quelle catalogate nelle loro fattezze dai canoni ufficiali, mi sembrano proprio le meno interessanti, le meno attraenti e più banali che si possano immaginare.
Le top model ad esempio, le strabellone da copertina, non mi piacciono per nulla ("...seeeehhhh...", sento già in sottofondo il coro di scherno beffardo del goliardico mio lettore...).
Non so come farmi capire meglio. E' chiaro che su una Naomi Campbell (o chi per lei) non ci sputerei su. Mica c'ho scritto "Jo Condor" (...mitico carosello dei bei tempi...).
Ma quello che voglio dire è che, se ci pensate un attimo, non c'è nulla di più odioso di farsi dire quello che ci deve piacere. Perchè è un po' questo ciò che accade con tutto il gran trabiccolo mediatico: ti dicono loro quello che ti deve piacere.
E per di più, quello che ci deve piacere deve essere pure tutto bello standardizzato e uniformato su quattro ingredienti quattro, e fatteli bastare, zitto e mosca. E 90-60-90, e il nasino all'insù, e il vitino da vespa, e tutte 'ste menate.
La cosa, nella migliore delle ipotesi, mi lascia perplesso. Nei casi più eclatanti, mi fa pure incazzare. Ma come? In questo modo mi sento trattato come un idiota. Lo saprò ben io quello che mi piace, o no?
Quando una donna mi piace e mi attrae, questo succede grazie ad una sua particolarità, e non perchè è la copia fatta con lo stampino di un modello voluto da altri.
A parte il fatto che non succederà mai e poi mai, nemmeno per sbaglio, che un essere femminile anche vagamente somigliante ad una modella si possa avvicinare a me a meno della distanza di 500 km., non è questo il punto.
Il punto è che la bellezza di una donna sta in quello che di unico lei ti può dare. Possono essere anche i fianchi un po' forti, o una leggera pinguedine, il modo di fare un certo gesto, di sorridere, oppure una qualche asimmetria affascinante del viso, un naso un po' più lungo e dalla foggia particolare, e così via. Non saprei dire ora cosa può essere: si tratta sempre di un'alchimia delicata fra mille fattori, fisici e spirituali.
Ma in ciascuna, ciò che fa la differenza è quel "quid" che la rende unica, e non quel "quod" che la uniforma (...tanto per bistrattare un po' il latino a mio uso e consumo...).
La differenza è simile a quella che passa fra una vacanza organizzata in un villaggio turistico, con ogni tuo minuto di soggiorno prestudiato, preconfezionato e "pre-divertito", ed invece un viaggio alla ventura nel quale ti fai tu il tuo itinerario, scegli tu le stradine e gli angoli della città che più ti affascinano, ti attraggono, ti chiamano a sè.
Va beh, ci sentiamo ragazzi...stavolta sono andato per pensieri un po' contorti, ma ormai mi conoscete e ci siete abituati... Ciao.
Ah, e non state in pensiero: nemmeno stasera Naomi Campbell mi ha chiamato per invitarmi a cena....
Non le brutte, no. Neanche il termine "bruttina" rende tanto l'idea, non è preciso ed è ingeneroso. Che poi, pure quando si dice "brutto" a qualcuno, si compie un atto di odiosa presunzione, perchè comporta l'arrogarsi un diritto di giudicare che forse non compete a nessuno.
E non voglio nemmeno sembrare indelicato toccando temi piuttosto sottili. Sentirsi fisicamente "inadeguati" a volte è un grosso problema, con implicazioni psicologiche serie, e non voglio minimamente che si pensi che sto trattando questo argomento con leggerezza o con ironie fuori luogo.
Non bruttine dunque. Ma non so, non saprei usare una parola più adatta.
Allora, facciamo così: fate conto che non ho ancora scritto nulla, e ricomincio.
Le donne particolari mi sono sempre piaciute di più.
Quelle incasellate negli stereotipi alla moda, quelle catalogate nelle loro fattezze dai canoni ufficiali, mi sembrano proprio le meno interessanti, le meno attraenti e più banali che si possano immaginare.
Le top model ad esempio, le strabellone da copertina, non mi piacciono per nulla ("...seeeehhhh...", sento già in sottofondo il coro di scherno beffardo del goliardico mio lettore...).
Non so come farmi capire meglio. E' chiaro che su una Naomi Campbell (o chi per lei) non ci sputerei su. Mica c'ho scritto "Jo Condor" (...mitico carosello dei bei tempi...).
Ma quello che voglio dire è che, se ci pensate un attimo, non c'è nulla di più odioso di farsi dire quello che ci deve piacere. Perchè è un po' questo ciò che accade con tutto il gran trabiccolo mediatico: ti dicono loro quello che ti deve piacere.
E per di più, quello che ci deve piacere deve essere pure tutto bello standardizzato e uniformato su quattro ingredienti quattro, e fatteli bastare, zitto e mosca. E 90-60-90, e il nasino all'insù, e il vitino da vespa, e tutte 'ste menate.
La cosa, nella migliore delle ipotesi, mi lascia perplesso. Nei casi più eclatanti, mi fa pure incazzare. Ma come? In questo modo mi sento trattato come un idiota. Lo saprò ben io quello che mi piace, o no?
Quando una donna mi piace e mi attrae, questo succede grazie ad una sua particolarità, e non perchè è la copia fatta con lo stampino di un modello voluto da altri.
A parte il fatto che non succederà mai e poi mai, nemmeno per sbaglio, che un essere femminile anche vagamente somigliante ad una modella si possa avvicinare a me a meno della distanza di 500 km., non è questo il punto.
Il punto è che la bellezza di una donna sta in quello che di unico lei ti può dare. Possono essere anche i fianchi un po' forti, o una leggera pinguedine, il modo di fare un certo gesto, di sorridere, oppure una qualche asimmetria affascinante del viso, un naso un po' più lungo e dalla foggia particolare, e così via. Non saprei dire ora cosa può essere: si tratta sempre di un'alchimia delicata fra mille fattori, fisici e spirituali.
Ma in ciascuna, ciò che fa la differenza è quel "quid" che la rende unica, e non quel "quod" che la uniforma (...tanto per bistrattare un po' il latino a mio uso e consumo...).
La differenza è simile a quella che passa fra una vacanza organizzata in un villaggio turistico, con ogni tuo minuto di soggiorno prestudiato, preconfezionato e "pre-divertito", ed invece un viaggio alla ventura nel quale ti fai tu il tuo itinerario, scegli tu le stradine e gli angoli della città che più ti affascinano, ti attraggono, ti chiamano a sè.
Va beh, ci sentiamo ragazzi...stavolta sono andato per pensieri un po' contorti, ma ormai mi conoscete e ci siete abituati... Ciao.
Ah, e non state in pensiero: nemmeno stasera Naomi Campbell mi ha chiamato per invitarmi a cena....
5 commenti:
e va be' e allora dillo che vuoi diventare l'idolo delle donne!!! :-) magari ti avessi incontrato/letto a 16 anni ... (secondo te pratter può essere un rimorchione?)
commento del mattino: sono venuta a rileggere e mi piace molto questo post, non solo il contenuto ma proprio come è scritto :-)
ehm...grazie Farly, mi fai arrossire :-) allora mi voglio rovinare e rilancio dicendo che un tocco di cellulite con lieve contrappunto di pancetta pronunciata, e qualche rotolino di ciccia nei punti giusti, io li trovo molto, ma molto, ma molto sexy :-) grazie ancora, sei sempre carinissima :-)
fantastico il sogno di tutte le donne :-) viva le donne vere! e ovviamente gli uomini che sanno apprezzarle ... (trgha dice blogspot nota incitazione dei cavalieri mongoli durante le feste di addio al celibato)
ahahahaha :-) bellissimo il grido mongolo :-)))))))))
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