domenica 19 aprile 2009

Duecalzinità


Giuro che io m'impegno anche a non essere romantico.
Anzi, devo dire di aver fatto parecchi miglioramenti negli ultimi anni.
Mi aveste conosciuto ai bei tempi, vi sarebbe venuto il serio dubbio che il giovane Werther, in confronto a me, fosse poco più che un cinico biscazziere dell'ovest pronto a giocarsi la nonna con una sola coppia di otto in mano.
Il "danno" (all'unisono con l'immenso dono estetico) recato all'umano sentire da vagonate di Sturm und Drang, opere liriche, sinfonie, sonate, romanzoni russi, poeti maledetti, scribani fottuti, è stato talmente devastante che ancora oggi non se ne vede la fine.
Dall'Ottocento in poi, se sei un tipo di sensibilità media ed hai almeno la terza media, non puoi dire di avere avuto una storia d'amore con tutti i crismi se nel contempo non hai sputato l'anima sull'asfalto ogni attimo in cui hai pensato all'oggetto della tua passione.
Non puoi dire di essere amico vero di qualcuno se per lui non sei disposto a fermare un Tir in corsa, con la sola forza del ditone del piede.

Sia ben chiaro, vorrei precisare: non è che sto buttando tra le verze Beethoven, Dostoevskij e Chopin. E per fortuna che c'è Milan Kundera, il quale fa spesso importanti considerazioni sulla questione e come nessun altro mi chiarisce le idee su tematiche estetiche e significati dell'arte:

"...Le più grandi personalità letterarie dell'Europa centrale del ventesimo secolo (Kafka, Musil, Broch, Gombrowicz, ma anche Freud) si sono ribellate (molto isolate in questa rivolta) all'eredità del secolo precedente che, nella loro parte d'Europa, soccombeva sotto il peso particolarmente gravoso del romanticismo. Secondo loro è il romanticismo che, nel suo parossismo volgare, sfocia fatalmente nel Kitsch. E il Kitsch ai loro occhi (e a quelli dei loro discepoli ed eredi) rappresenta il supremo male estetico...".

"Un incontro" Milan Kundera - 2009

Insomma, succede così che tutto bello carico di teoria dell'arte e riponendo grande fiducia nei miei bravi antidoti contro il romanticume, poco fa ho formulato fra me e me questa suprema dichiarazione d'intenti: "...Vado un minuto fuori sulle scale a tagliarmi le unghie dei piedi...".
Ecco, qui a spiegarvi come mai nella mia instabile economia mentale proprio le scale vengano elette a sede di cure estreme inferiori, si farebbe notte.
Prendete per buono il dato: uno che si taglia le unghie dei piedi, in qualsiasi contesto si accinga ad eseguire l'operazione, dovrebbe sentirsi abbastanza al sicuro da attacchi di romanticismo proditorio inferto dalla realtà circostante.
E invece no.
Date retta ad un idiota: col romanticismo non si scherza, non puoi mai abbassare la guardia, perchè non sai mai quando ti può azzannare il polpaccio.
Già era domenica, e un po' avrei dovuto stare sul chi va là. La domenica è il brodo di cottura ideale per il romantico: il sabato del villaggio lo hai già bell'e che sprecato e se poi ci si mette anche una giornata uggiosa come quella di oggi, è un attimo a scivolare in atmosfere da Brianza velenosa.
Fatto sta che per via della micina che mi ronza intorno a casa, sono sprofondato niente meno che in uno dei concetti più pericolosamente romantici della storia: la "duecalzinità".
Questa micina è semi-domestica.
Si lascia avvicinare, sì, ma solo un poco, e poi a costo di mille moine e infingimenti, dichiarazioni di non belligeranza umana e chiare esibizioni di non voler eseguire movimenti troppo bruschi. Sapete come fanno i gatti.
Infatti, mentre mi tagliavo le unghie, la micina faceva proprio così. Un po' si strusciava, ma io dovevo stare semi-immobile. Qualche carezza in punta di pelliccia era concessa, ma la mano doveva approcciarla con la stessa lentezza dello sbocciar di una rosa. Ogni mossa più repentina, causava il suo delicato fuggi fuggi felino.
Ed è stato lì che il romanticume mi ha fregato.
Mi son venute in mente le varie scene di "Due Calzini", il lupotto di "Balla coi lupi" e a valanga mentale ci è andata dietro l'idea della "duecalzinità".
La "duecalzinità" è quella roba molto nobile, platonicissima, che vivono due persone (uomo e donna, donna e donna, uomo e uomo) quando si annusano le rispettive anime e sono in quella fase di possibile amore, oppure di possibile amicizia.
La "duecalzinità" è l'essenza del rapporto umano tenuto in sospeso.
Una sospensione nella quale spesso si preferisce crogiuolarsi, rimandando il più possibile l'approfondimento nella confidenza completa, per non far svanire la magia di quella tensione potenziale.
La "duecalzinità" è quella sottile pellicola d'aria che si è fieri di mantenere viva fra le mani di ciascuno dei due amici, mentre si avvicinano ma continuano a sperare di rimanere così per sempre, una ad un attimo dall'altra, sentendone solo il calore.

E adesso che anche per oggi ho terminato la mia andata per pensieri, ditemi voi se si può andare avanti così: non ci si può neanche tagliare le unghie dei piedi che ti ritrovi fra di essi il Romanticismo. Ma io dico: roba da matti!!!

P.S.R.A. ("Post Scriptum Romantico Aggravante"): la seguente scena non la posso vedere senza che mi si formi il lago Trasimeno nell'occhio destro e quello di Nemi nel sinistro.



5 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

SPETTACOLARE!!! l'attacco è praticamente perfetto e non avevo mai riso così di cuore per un tuo post... applausi applausi il micina ci stava benissimo e il lupotto lo trasformerei in lupo solo perché two socks ha troppa dignità per essere un "otto"... ecco mi raccomando vai più spesso a tagliarti le unghie che mi pare ti ispiri ottimamente baci :-)

Gillipixel ha detto...

eheheheeh :-) Grazie per la tua squisita gentilezza, Farly, lieto di averti trasmesso allegria :-)
toccherà aspettare la ricrescita adesso :-) e con quelle delle mani non mi viene così bene :-D
preaftne dice il vate: decima musa, che era indecisa su quale arte tutelare, infatti lei arrivava sempre prima ("pre"), dopo ("aft"), o mai ("ne") :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

già la musa perdeva tempo con il suo amico sardo nizedu... oggi l'oracolo è regionale :-) ... non so potresti provare ad eleggere le scale luogo di riflessione prosaica efficace. buon inizio di settimana.

farlocca farlocchissima ha detto...

oddio pure blogspot si da ai diminutivi... muslini dice piccolo-musli per colazione... sigh

Gillipixel ha detto...

:-) rinverdendo i fasti della scuola peripatetica, potrei fondare quella periscalinica :-)
sì, sì, i muslini si gustan col lattino dentro i tazzini :-D
o forse i muslini erano i nipotini della musa preaftne? :-)
per confortarti ti comunico che a me blogspot dice buked...non è definitivamente caduto nel gorgo dei diminutivi, c'è ancora speranza :-)
buon inizio week a te :-)