"...Ricordo, a proposito dei sentimenti che giustificano la crudeltà umana, una riflessione di Carl Gustav Jung. Nella sua analisi dell'Ulisse, definisce James Joyce «il profeta dell'insensibilità»: «Noi possediamo» scrive «alcuni dati per comprendere che l'inganno sentimentale ha raggiunto proporzioni veramente eccessive. Pensiamo al ruolo realmente catastrofico dei sentimenti popolari in tempo di guerra ...Il sentimentalismo è una superstruttura della brutalità. Sono convinto che siamo prigionieri del sentimentalismo e che, di conseguenza, dobbiamo trovare perfettamente ammissibile che nella nostra civiltà sopraggiunga un profeta dell'insensibilità»..."
"Un incontro"
Milan Kundera - 2008
Mi sono astenuto dal parlare della tragedia del terremoto, per diversi motivi.
Un po' per pudore, perchè quando accadono fatti così gravi ho sempre l'impressione che venga detto tanto, troppo, e spesso male.
Un po' perchè mi sento inadeguato di fronte a questioni così grandi e, riprendendo in parte la motivazione precedente, preferisco lasciare che ne parli chi più di me ha competenza ed autorità in merito.
E un po' anche perchè alla fine mi pare sempre di ritrovarmi a constatare che il mio "parlar di nulla" può giungere a sfiorare aspetti dell'esistenza ben più profondi di quanto non possa fare un parlare all'apparenza più "impegnato" e "realistico".
Questo, non per il fatto di possedere io chissà quale particolare acume, o spiccato senso critico, oppure capacità di analisi speciali. Ci mancherebbe, non mi permetterei mai di fare un'affermazione così bislacca. Il mio senso critico è giusto giusto pari a quello di un bastardo qualsiasi e ci tengo a ribadirlo.
Il mio "parlar di nulla" è invece capace di cogliere significati più pregnanti della vita perchè nel suo cammino si affida spesso ai sentieri tracciati dai grandi "cercatori di bellezza e verità", i traghettatori supremi verso i lidi dell'arte e della filosofia.
Ed è stato così infatti che sleggiucchiando l'ultimo saggio di Milan Kundera uscito da poco in libreria, sono incappato in un passo che, pur rimanendo fermo il mio intento di non voler trattare della "cosa in sè", mi riporta a parlare di quanto è accaduto a contorno dei drammi causati dal terremoto.
Facendo mente locale a quanto purtroppo visto in varie salse su varii canali tv in questi giorni, grazie al brano di Kundera che cita Jung, ho capito più a fondo come la "dittatura del sentimentalismo" abbia dispiegato come non mai i suoi devastanti mezzi in questa mestissima occasione.
E con quell'adamantina espressione Junghiana nella mente, "Il sentimentalismo è una superstruttura della brutalità", mi è sembrato come mai opportuno domandarmi se veramente non si rendano conto, i mille e uno Bruno Vespa coi loro pelouche in mano raccattati fra le macerie, di quanto danno procurano alla civiltà e alla dignità dell'uomo.
E mi sono sempre più convinto della saggezza contenuta nello stupendo verso di una delle più fantastiche canzoni dei Pink Floyd.
Profeti d'insensibilità, completamente "comfortably numb" nell'animo: è proprio così che abbiamo il dovere di sentirci di fronte agli attacchi d'inciviltà sferrati dall'esercito sentimentale dei Bruni Vespi.
E mentre le immagini piovono dallo schermo sul loro blaterare invano, pensare sereni nel nostro intimo: "...Your lips move, but I can't ear what you're saying...".
P.S.: Quanto detto va anche inteso di riflesso come un elogio dei giornalisti "veri", quelli che rendono onore genuinamente a questa professione che fu anche di Hemingway e di Pier Paolo Pasolini.
2 commenti:
noesse dice l'impeccabile blogspot.. no esse schivo... il pezzo è bellissimo ma io leverei il preambolo in cui ti scusi di esistere :-D la colonna sonora poi è da baci e abbracci di commozione..
che ce voi fa', Farly...è più forte di me esse così :-)
grazie per la tua sempre speciale presenza :-)
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