Oggi torno ancora un po’ sulla questione del digitale agricolo. Così intanto ne approfitto per riabilitare lievemente la mia ammuffita immagine di passatista e farvi vedere che “non è tutto vecchiume quel che sproloquia”.
A seguire, vi presenterò poi i miei ultimi otto romanzi, in versione integrale, dati alle stampe tutti d’un botto, giusto adesso proprio come se fosse ora.
Oltre ad Iris, il mio terricolo “rural-decoder” mi consente di captare anche un altro canale interessante: QOOB.
Cioè, per dirla tutta, non ho capito bene una cosa. Anzi due.
Una è se si chiami «Q “o maiuscolo” “o maiuscolo” B», oppure «Q “zero” “zero” B».
L’altra cosa è se sia un’emittente italiana o estera (però mi pare italiana).
Ma entrambe le cose sono irrilevanti rispetto al fatto che gli ideatori di questo canale, primo, l’hanno pensata davvero bella, e secondo, mi pare siano gente abbastanza avanti.
Si può dire che sia un canale tematico? Mah...non propriamente.
Almeno non nel senso stretto del termine. Però se come “tema” intendiamo anche una delle caratteristiche più pregnanti della modernità, allora sì, è un canale tematico. QOOB è il canale che tratta questo tema: «la vita moderna è un racconto narrato veloce».
Parlando in termini spiccioli, tutta la programmazione di QOOB è fatta di ogni sorta di cortometraggio. Mini-film veri e propri, o in versione cartone animato, o computer graphic, oppure piccoli reportage. Ed è incredibile come nel giro di 20 minuti - mezz’ora, ti puoi immergere in due o tre differenti storie, complete in se stesse, ricche di tanti spunti di riflessione ed emozione.
A volte sono poco più che sketch, a volte sono veri e propri capolavori in miniatura (almeno secondo il mio modesto giudizio), ma il livello di qualità è in generale sempre eccellente.
Dicevo che i creatori di questo canale l’hanno pensata bella perché la loro idea è geniale nella sua semplicità: per quanto ne ho capito, i lavori che presentano sono tutti opere di giovani registi, o perlomeno sono tutte ad alto gradiente sperimentale.
In questo modo prendono vari piccioni con una fava: i filmati sono spesso di qualità molto alta, si sente che sono creati da persone “affamate di bellezza”; fanno anche un servizio utile al mondo dell’arte, perché offrono la possibilità a tanti talenti di poter far vedere quello che valgono ad un pubblico abbastanza vasto; e non ultimo motivo, credo che stiano facendo una buona tv con un budget tutto sommato relativamente contenuto (anche se questo lo immagino io, in realtà non sono un esperto e non ci giurerei).
Unico limite è che, per forza di cose, i corti passano tante volte nel giro di pochi giorni, e capita di ritrovarseli spesso sullo schermo, ma va comunque detto che il turnover viene fatto con tempi del tutto dignitosi.
QOOB, dunque: altro buon frutto colto con il digitale agricolo.
Veniamo ora ai miei romanzi.
Ho già avuto modo in questa sede di far considerazioni su un fatto.
La bulimia informativa comporta il notevole rischio di farti di incappare nel caos e nello smarrimento mentale. Ma è anche innegabile che più libri leggi, più film vedi, più giornali sfogli, più stimoli intellettivi macini con la mente, e più i pensieri si contagiano e si autoalimentano per reciproca empatia. A volte spuntano fuori anche abbinamenti curiosi, coincidenze concettuali che sono piccole ma piacevoli soddisfazioni.
Mi è successo così che in una delle mie consuete visite al pregiato blog di Farlocca, mi ha incuriosito un link nel suo blogroll, e mi sono ritrovato in un altro bel luogo (http://sunofyork.blogspot.com), dove ho scovato un interessante scritto.
Ho letto di questa affermazione di Hemingway che, da gran fanfarone qual era, una volta avrebbe sbruffoneggiato da par suo circa la possibilità di scrivere un romanzo in sole sei parole. La cosa mi è sembrata molto divertente, anche perché mi ha subito fatto riecheggiare in mente le mie considerazioni su QOOB, sul narrare veloce e sulla “quantificazione mentale sintetica” che caratterizza i nostri tempi (simbolo della quale sono il video-clip e lo spot pubblicitario).
Così mi è venuto voglia di giocare a fare il “romanziere-espresso”.
Sottolineo che ho "giocato", perché quanto ne è venuto fuori assomiglia più a delle frasi divertenti che non sfigurerebbero sulla parete del cesso della stazione, ad uso e consumo del mingente viaggiatore frettoloso.
Mi sono comunque attenuto alla regola in tutti gli otto mini-romanzi, permettendomi il lusso, in un caso, di fare anche a meno di una parola (Hemingway trincava il Mojito, ma io m’ingollo di preferenza il Negroni e posso quindi permettermi di essere ancor più fanfarone di lui).
Ogni mini-romanzo non poteva mancare del suo titolo per il quale mi sono imposto di concedermi non più di due parole (con una sola piccola eccezione). I titoli sono quelli in grassetto: non si sa mai, meglio specificare, trattandosi di romanzi che potrebbero essere già di per sé dei titoli completi.
Buona lettura!
Romanzo 1 –
Genere: Fiaba post-moderna
Amor deluso
Cenerentola adesso usciva con le Clarks.
Romanzo 2 –
Genere: Satira politica
Me, te…ooohhh!
«Che tempo fa?»
«…premier è Berlusconi…».
Romanzo 3 –
Genere: Erotico
Anima aperta
Mutandine alla caviglia, gli si dischiuse.
Romanzo 4 –
Genere: Vetero-Neorealismo esistenziale
Cinismo
Di amare?...Non ne voglio sapere.
Romanzo 5 –
Genere: Romanzone d’appendice (Edizione speciale “Five words”)
Interludi
Con mani sensuose bramavamo sfioramenti.
Romanzo 6 –
Genere: Giallo
Irta grafia
L’assassino commise un errore: “secuoia”.
Romanzo 7 –
Genere: western anticlassico
Slowly killer
Sfoderò tardi la Colt. Sentiva freddo.
Romanzo 8 –
Genere: Intimista
Sè
Bussano. Non apro: sono già felice.
A seguire, vi presenterò poi i miei ultimi otto romanzi, in versione integrale, dati alle stampe tutti d’un botto, giusto adesso proprio come se fosse ora.
Oltre ad Iris, il mio terricolo “rural-decoder” mi consente di captare anche un altro canale interessante: QOOB.
Cioè, per dirla tutta, non ho capito bene una cosa. Anzi due.
Una è se si chiami «Q “o maiuscolo” “o maiuscolo” B», oppure «Q “zero” “zero” B».
L’altra cosa è se sia un’emittente italiana o estera (però mi pare italiana).
Ma entrambe le cose sono irrilevanti rispetto al fatto che gli ideatori di questo canale, primo, l’hanno pensata davvero bella, e secondo, mi pare siano gente abbastanza avanti.
Si può dire che sia un canale tematico? Mah...non propriamente.
Almeno non nel senso stretto del termine. Però se come “tema” intendiamo anche una delle caratteristiche più pregnanti della modernità, allora sì, è un canale tematico. QOOB è il canale che tratta questo tema: «la vita moderna è un racconto narrato veloce».
Parlando in termini spiccioli, tutta la programmazione di QOOB è fatta di ogni sorta di cortometraggio. Mini-film veri e propri, o in versione cartone animato, o computer graphic, oppure piccoli reportage. Ed è incredibile come nel giro di 20 minuti - mezz’ora, ti puoi immergere in due o tre differenti storie, complete in se stesse, ricche di tanti spunti di riflessione ed emozione.
A volte sono poco più che sketch, a volte sono veri e propri capolavori in miniatura (almeno secondo il mio modesto giudizio), ma il livello di qualità è in generale sempre eccellente.
Dicevo che i creatori di questo canale l’hanno pensata bella perché la loro idea è geniale nella sua semplicità: per quanto ne ho capito, i lavori che presentano sono tutti opere di giovani registi, o perlomeno sono tutte ad alto gradiente sperimentale.
In questo modo prendono vari piccioni con una fava: i filmati sono spesso di qualità molto alta, si sente che sono creati da persone “affamate di bellezza”; fanno anche un servizio utile al mondo dell’arte, perché offrono la possibilità a tanti talenti di poter far vedere quello che valgono ad un pubblico abbastanza vasto; e non ultimo motivo, credo che stiano facendo una buona tv con un budget tutto sommato relativamente contenuto (anche se questo lo immagino io, in realtà non sono un esperto e non ci giurerei).
Unico limite è che, per forza di cose, i corti passano tante volte nel giro di pochi giorni, e capita di ritrovarseli spesso sullo schermo, ma va comunque detto che il turnover viene fatto con tempi del tutto dignitosi.
QOOB, dunque: altro buon frutto colto con il digitale agricolo.
Veniamo ora ai miei romanzi.
Ho già avuto modo in questa sede di far considerazioni su un fatto.
La bulimia informativa comporta il notevole rischio di farti di incappare nel caos e nello smarrimento mentale. Ma è anche innegabile che più libri leggi, più film vedi, più giornali sfogli, più stimoli intellettivi macini con la mente, e più i pensieri si contagiano e si autoalimentano per reciproca empatia. A volte spuntano fuori anche abbinamenti curiosi, coincidenze concettuali che sono piccole ma piacevoli soddisfazioni.
Mi è successo così che in una delle mie consuete visite al pregiato blog di Farlocca, mi ha incuriosito un link nel suo blogroll, e mi sono ritrovato in un altro bel luogo (http://sunofyork.blogspot.com), dove ho scovato un interessante scritto.
Ho letto di questa affermazione di Hemingway che, da gran fanfarone qual era, una volta avrebbe sbruffoneggiato da par suo circa la possibilità di scrivere un romanzo in sole sei parole. La cosa mi è sembrata molto divertente, anche perché mi ha subito fatto riecheggiare in mente le mie considerazioni su QOOB, sul narrare veloce e sulla “quantificazione mentale sintetica” che caratterizza i nostri tempi (simbolo della quale sono il video-clip e lo spot pubblicitario).
Così mi è venuto voglia di giocare a fare il “romanziere-espresso”.
Sottolineo che ho "giocato", perché quanto ne è venuto fuori assomiglia più a delle frasi divertenti che non sfigurerebbero sulla parete del cesso della stazione, ad uso e consumo del mingente viaggiatore frettoloso.
Mi sono comunque attenuto alla regola in tutti gli otto mini-romanzi, permettendomi il lusso, in un caso, di fare anche a meno di una parola (Hemingway trincava il Mojito, ma io m’ingollo di preferenza il Negroni e posso quindi permettermi di essere ancor più fanfarone di lui).
Ogni mini-romanzo non poteva mancare del suo titolo per il quale mi sono imposto di concedermi non più di due parole (con una sola piccola eccezione). I titoli sono quelli in grassetto: non si sa mai, meglio specificare, trattandosi di romanzi che potrebbero essere già di per sé dei titoli completi.
Buona lettura!
Romanzo 1 –
Genere: Fiaba post-moderna
Amor deluso
Cenerentola adesso usciva con le Clarks.
Romanzo 2 –
Genere: Satira politica
Me, te…ooohhh!
«Che tempo fa?»
«…premier è Berlusconi…».
Romanzo 3 –
Genere: Erotico
Anima aperta
Mutandine alla caviglia, gli si dischiuse.
Romanzo 4 –
Genere: Vetero-Neorealismo esistenziale
Cinismo
Di amare?...Non ne voglio sapere.
Romanzo 5 –
Genere: Romanzone d’appendice (Edizione speciale “Five words”)
Interludi
Con mani sensuose bramavamo sfioramenti.
Romanzo 6 –
Genere: Giallo
Irta grafia
L’assassino commise un errore: “secuoia”.
Romanzo 7 –
Genere: western anticlassico
Slowly killer
Sfoderò tardi la Colt. Sentiva freddo.
Romanzo 8 –
Genere: Intimista
Sè
Bussano. Non apro: sono già felice.
7 commenti:
il mio preferito è il romanzo numero 8 :-)
ehehehe...grazie Farly...giustamente in sintonia con lo spirito della cosa, mi hai fatto un commento in 8 parole :-)
Ah, anche il mio è l'8!
ludi? Dice l'oracolo.
E io, obbediente, "ludo".
Ne so uno carino, di romanzo sintetico: circola tra i musicisti:
"Il soprano ama il tenore ma il basso non vuole."
questo romanzo 8 spopola :-D
grazie Rose per aver ludato :-) però il tuo musicale non è in 6 parole :-) in confronto ai miei è un mini-Guerra e pace :-D
peccato, se avesse spopolato il sette sarebbe stato un best setter.
:-|
@->Rose:
"...peccato, se avesse spopolato il sette sarebbe stato un best setter..."
...BWAHAHAHAAHAH...L'ho capita solo adesso :-DDDDDDDD
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