giovedì 4 marzo 2010

L'uomo di carta


Do loro
dolore
e doloro.

Una mano
nell’umano
non è dato dare.

Prole di parole
solo sono.

6 commenti:

una delle tante femmine ha detto...

di quale messe sentiam l'assenza
gustando del buon gilli la presenza?

dei fieri guardi
(bastardi)
del conquistatore?

Ahi, che noia
ahi, che dolore.

sentiam mancanza, perchè siamo fesse

di assurde e immantenibili promesse?

orsù, non rinnegare la tua prole
a noi ci bastan le tue tenere parole!

Gillipixel ha detto...

Grazie...non sum dignus, ma grazie...

farlocca farlocchissima ha detto...

figlio delle parole, padre di parole, fratello di parole, amante di parole, fondamentalmente, però, innamorato dei sogni :-) ecco cosa mi evochi quando scrivi codeste cose. ...

ecco, vedi, blogspot è il solito pischello delle medie quando si va nelle alte sfere del poetico e dice: "diruty" ricordando l'ultima gara fatta con lui .... ;-)

Gillipixel ha detto...

@-Farly: ehehehhe, grazie Farly, mi sono un po' commosso...la gara diruty è un giusto contrappeso terzamediale :-)
cosphan, ribatte ora, cercando di dire "cosa fanno" in un maldestro veneto blospottista...
grazie ancora...commosso e confuso...

Marisa ha detto...

sì, va bene il dolore ma crogiolarsi dentro è solo autocommiserazione.

"Domani è un altro giorno" diceva Rossella O'Hara in via col vento quando il 'su marito la pianta in asso.... ;o)

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: ben detto, Mari :-) dopo ogni oggi c'è un domani, che come si sa, è altro :-)
Lo so, ce l'ho quella tendenza al crogiuolo, purtroppo...ma mi viene naturale, è più forte di me...e dire che sono anche migliorato col tempo...una volta inanellavo una paranioa dietro l'altra, mille al giorno...adesso solo ogni tanto :-)