"Un pensiero al giorno"
78- "Miscellanea cronologica"
Le stranezze meteo di questi tempi diffondono nell'aria un gradevole rimescolamento di sensazioni. È giugno o maggio? È magno o giuggio? Son uomo o bimbo? È domenica o lunedì? O è un qualche tipo di ottavo giorno della settimana mai visto, né vissuto prima?
Vivere il tempo poeticamente: questo sì che mi sembra un buon programma. Non ha nulla a che vedere con la superficialità, anzi, proprio il contrario.
Sintonizzarsi sulla paradossalità dell'essere: una delle cose più difficili da realizzare. Mantenersi flessibili di fronte all'apparente insensatezza di tante dimensioni in cui ci troviamo immersi.
Non accontentarsi mai del "velo radente" che iper-banalizza. Mutare spesso prospettiva, osservare da mille angolazioni, sapendo che trovarne alla fine una "giusta" e definitiva, sarebbe solo auto-inganno.
Sforzarsi di arrivare a succhiare la sostanza di ciò che si presenta come mutevole. Sentirsi infinitesimale porzione di un Tutto che però senza di noi diventa nulla.
Essere consapevoli del fatto che certi problemi sono molto complessi, e chi per essi prospetta soluzioni semplici, o ci inganna o è uno sprovveduto.
Che siamo corpo, spirito, pulsione, ragione, finitezza e aspirazione a non avere limite alcuno. E che queste sono solo classificazioni analitiche di comodo, sapendo anche che un ditone del piede è nobile come una sinapsi, un poema di mille pagine, elevato come una generosa boccata d'aria pura.
Vivere poeticamente, laddove il senso sta nelle profondità, e le parole non sono suoni appiccicati sopra le cose, ma specchi, riflessi dentro specchi, e poi ancora dentro altre superficie specchianti, in un infinito di rimandi mai sazi di se stessi.
Vivere poeticamente, perché la correlazione causa-effetto è solo una convenzione utile (e indispensabile) per sopravvivere, ma il Tutto è invece un'immensa luce sussistente, così nel profondo come in superficie, senza mai fine, né principio, né premesse, né conseguenze. Un unico essere totale di cui siamo gioiosa "parte non parziale".
Vivere poeticamente, perché le nutrie ogni tanto hanno voglia di straparlare e strascrivere, e oggi lo hanno fatto a modo loro, così.
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