"...Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori...".
Lo ha detto Fabrizio De Andrè.
Ed ha detto molto bene.
Premessa
fraseggiata sul nulla
Le pietre sono cosa non viva, a quanto pare, e come tali hanno poco da dire ai viventi.
Proprio in ragione di tutto questo, non avrei mai immaginato di affezionarmi ad un sasso.
Però è successo.
Parafrasando Murakami Haruki ("
Vedendo una ragazza perfetta al 100% in una bella mattina d'aprile", in "
L'elefante scomparso e altri racconti"), per me è il Sasso perfetto al 100%.
Tanto per cominciare, a differenza dei diamanti, il cui valore si misura in Kt ("karat"), il pregio del mio Sasso è quantificabile in una nuova unità di misura per le pietre che ho ideato recentemente (per dirla tutta, l'ho creata proprio adesso).
Il valore del mio Sasso si esprime infatti in Cdk ("Cipp-de-kazz").
Un carato, Kt, equivale a 0,2 grammi di materiale diamantoso. La Cdk si utilizza invece solo in espressione singola: il mio Sasso infatti in termini economici vale esattamente una "Cipp-de-kazz", che sarebbe a dire niente di niente, nisba, nulla, nada, zero al quoto.
Coro: "...Ohibò!...e cosa dovremmo allora farcene di un sasso che non vale nulla?...".
Attenti alle parole, Coreuti!
Io non ho detto che "non vale nulla". Ho detto invece che non vale "economicamente" nulla, e questo fatto è già di per sè il suo primo grande pregio.
Il mio Sasso non vale nulla e come tale non mi dà nessun pensiero per quel che riguarda ipotetici furti. Non sono costretto infatti ad assicurarlo, nè a tenerlo in una cassetta di sicurezza o in caveau (oh porca putteau...ma come parlo?!?!?).
Se ne sta semplicemente sul limitare dell'orto, e se devo dirla tutta, oggi si è preso pure la pioggia, ma non per questo il suo valore ne è uscito sminuito.
I diamanti, tutti li vogliono, ma per paradosso si dice che son roba esclusiva, ossia tendono ad escludere, ad allontanare chiunque.
Il mio Sasso è invece iper-inclusivo: potrebbe essere a disposizione di tutti. Ma per fortuna, ed è il secondo suo immenso valore, nessuno lo vuole.
Epifania del lettore
fraseggiata sul nulla
In un brano del bellissimo romanzo di John Steinbeck "Tortilla flat" (che purtroppo ricordo vagamente, portate pazienza se rappezzo con la fantasia i passaggi che non mi sovvengono precisi...), Danny, uno dei protagonisti, un vagabondo che tira a campare un po' come e dove capita, un bel giorno eredita una casa da un parente lontano.
Lì per lì, gli sembra una gran cosa. Lo sanno tutti che possedere cose è roba distinta e da signori. Lo dicono tutti che avere tanto è meglio di avere poco. Danny non può fare a meno di riflettere: se tutti la pensano così, vuol dire che "si deve" pensare così.
Ma il pensiero di avere una casa rende triste Danny. Ora ha nuove preoccupazioni che prima, quando scorrazzava felice per le campagne intorno a Monterey ubriacandosi con gli amici, non sapeva nemmeno esistessero.
Un bel mattino Danny, risvegliandosi da una sbornia smaltita all'aperto, scopre che la sua casa è andata a fuoco. Ma le fiamme che hanno distrutto completamente l'edificio pare che adesso continuino ad ardere gioia nel cuore di Danny. Il mite "paisano", liberatosi da quella fottuta casa e da tutti le preoccupazioni che si era portate dietro, ora è tornato ad essere felice.
Il mio Sasso perfetto al 100% è come la casa bruciata di Danny. Con il vantaggio che è già bruciato da sempre: non ha mai avuto nessun valore e mai ne avrà alcuno.
Però posso dargli tutti i valori che la mia fantasia mi può suggerire. Valori ultra-esclusivi. Infatti escludono chiunque, tranne uno scentrato come me.
Favola
fraseggiata sul nulla
Il mio Sasso allora è stato per 300 anni fra i flutti di un torrente dello Yukon. Per questo ha quella bellissima forma levigata ad uovo.
Al momento dell'esplosione della febbre dell'oro, finì mescolato al materiale scartato dopo il vaglio delle pepite.
C'era un cercatore, il più sfortunato di tutti.
Non trovò nemmeno un pagliuzza gialla. Con le scatole rotte a furia di setacciare a vuoto, un giorno dalla rabbia stava dando un calcio alla prima cosa che gli capitasse fra i piedi, e quella cosa era proprio il mio Sasso perfetto al 100%.
Incuriosito da quella sagoma perfetta, il cercatore arrestò lo stivale ad un cm. dall'impatto col Sasso. Invece di calciarlo, lo raccolse. Era talmente incazzato con la vita, che gli sembrava sempre più maledettamente insensata.
Così pensò: "...Finora mi sono sempre comportato secondo giudizio e ragionevolezza, e come ricompensa mi sono sempre successi fatti senza capo nè coda. Adesso provo a cambiare: voglio fare una cosa totalmente irragionevole e vedere se me ne ritorna indietro qualcosa di buono...".
Raccolse il mio Sasso perfetto al 100% e lo portò in dono alla ragazza più carina del suo paese, della quale era innamorato da anni, senza avere mai avuto il coraggio di dichiararsi.
Alla partenza per lo Yukon aveva fantasticato di tornare a casa e chiederla in sposa coprendola d'oro.
La ragazza, alla vista dell'umile ma perfetto dono, si commosse per la sconfinata ingenuità del giovanotto. Si fidanzarono e dopo un po' si sposarono.
L'ex cercatore d'oro ricordava di aver letto da qualche parte una frase, forse sulla Bibbia: "...non voglio essere ricco, ma non voglio essere povero...".
Visse a lungo insieme alla sua donna, con questa frase sempre in mente a guidare le loro giornate, e facendo spesso l'amore.
Sempre contenti del loro giusto e ricchi sopratutto di se stessi, con il mio Sasso perfetto al 100% posato sulla mensola sopra al camino.
Uno dei loro figli divenne un grande marinaio, e il giorno in cui ottenne il suo primo comando della sua prima nave importante, mamma e papà gli affidarono il mio Sasso perfetto al 100%, ritenendo che alla loro vita aveva già donato tanto.
"...Nessuno possiede mai davvero niente..." gli dissero passandogli il pietroso ovetto, "...e nessuno può possedere mai nessuno: la vita è un cammino, attraverso cose e persone".
Il figlio dell'ex-cercatore trascorse tanti anni navigando sin nei posti più lontani del mondo, conobbe tanti luoghi e genti diversissime e fu felice della sua vita.
Il mio sasso perfetto al 100% stava sempre nella cabina di comando della sua nave, vicino al sestante e alle carte nautiche.
L'ammiraglio non si legò mai stabilmente ad una donna, ma ricevette e diede amore e conoscenza a tutta la gente che veniva in contatto con lui.
Strinse un'amicizia molto bella con un marinaio e quando ormai vecchi abbandonarono i mari, separandosi per fare ritorno ciascuno alla loro terra d'origine, l'ammiraglio gli disse: "...Nessuno possiede mai davvero niente e nessuno può possedere mai nessuno: la vita è un cammino, attraverso cose e persone", e regalò il mio Sasso all'amico raccomandandogli di ridonarlo alla terra, quando si fosse accorto di essere divenuto una cosa sola con la serenità.
Il marinaio amico dell'ammiraglio era europeo e trascorse la sua vecchiaia girando per tutti i paesi del continente. Un giorno il suo cocchiere sbagliando strada finì con la carrozza nel bel mezzo di una pianura nebbiosa.
L'anziano marinaio si rallegrò di quel piacevole smarrimento e nel medesimo istante fu folgorato dal pensiero della preziosità del non possedere assolutamente nulla, nemmeno la nozione del luogo in cui ci si trova.
Subito capì che quello era il momento di far tornare alla terra il mio Sasso perfetto al 100%.
Si sporse dalla finestrella del cocchio e lo lanciò con un "puff!!!" nella coltre bambagesca di nebbia.
Da allora il mio Sasso perfetto al 100% sta sul limite dell'orto: nessuno lo possiede e nessuno lo vuole.
E lui vive contento di sè e della sua mancanza di valore, perfetta al 100%.