La musica sinfonica o puramente strumentale in genere, così come l'astrattismo nell'arte figurativa, suscitano un certo qual senso di smarrimento. Un po' come da piccoli, nell'affrontare per le prime volte lunghi testi scritti senza il soccorso concreto di figure o fotografie a commento iconografico del tutto. La concretezza rassicura, la vasta distesa dell'immaginabile incute senso di incertezza. Nel primo caso siamo tutelati dalla suggestione altrui, nel secondo veniamo chiamati a muovere passi creativi in autonomia.
In qualche modo, la differenza è la stessa che passa fra un'infatuazione epidermica e un amore maturo. Nella passione di superficie, la necessità di ancorarsi alle "figure" fa parte delle ragioni stesse secondo le quali un contatto sussiste. L'innamorato di profondità conosce invece la mappa sinfonica delle qualità più intime della persona amata, si muove in essa con rinnovato stupore e ogni nuovo avventurarsi fra quei meridiani e paralleli ha il profumo di un ritorno a casa. Solo una volta assaporata quella profondità, un amore può dirsi tanto adulto da concedersi il lusso di tornare a guardare soltanto le figure, in ritrovata, bambinesca gioia.
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