Per lo scrittore, scrivere equivale a immolare il proprio "Io" sopra l'altare della parola: il rito di fusione fra scrittura e lettura introduce nel sacro recinto delle potenzialità infinite di significazione del mondo; la mano che scrive è al tempo stesso sacrificante e sacrificale, alla ricerca di quella dimensione di confine nella quale rimane in bilico l'eterno "me" immolato, cangiante nel "te" espiatorio...
SuperBum! Marchionimi in libertà
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Un nome di carta igienica scoppiettante ma con potenziali effetti
indesiderati (e altri spunti linguistici)
2 giorni fa
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