Lo scrittore s'immerge nella scrittura perché solo lì gli è concesso di sperimentare eventualmente forme di radicalità pura: può giocare a fare equilibrismi stando in bilico sul tutto; può forzare la propria monelleria sino a sbirciare sotto le gonne del nulla; può tendere il filo del ragionamento come una corda di violino; tutto questo senza avere mai la certezza assoluta che sfracellarsi fra le parole, ricevere un ceffone dalle proprie frasi, o beccarsi una fiondata espressiva di ritorno in un occhio, siano esperienze meno dolorose delle corrispettive reali...
USA: zar dei confini e ignoranza dei media
-
Inevitabile che nei media italiani la locuzione border czar venisse
tradotta letteralmente, senza alcuna riflessione sulla sua interpretazione,
perché non ...
2 giorni fa
Nessun commento:
Posta un commento