sabato 27 febbraio 2016

Dacci oggi l’orrore nostro quotidiano


Fa impressione guardare a questa nostra epoca che più di ogni altra ha condotto la mercificazione e la quantificazione della realtà a livelli di raffinamento mai nemmeno immaginati in passato.

Tendenzialmente, tutto si parametra sulla misura del denaro. Ogni aspetto del reale viene soppesato in base al suo prezzo. A partire dagli oggetti veri e propri, che offrono l’esempio metodologico, il “paradigma operativo”. Per finire ai sentimenti, alle emozioni, a tutte quelle componenti più nascoste che un tempo sfuggivano alla catalogazione quantitava, e rimanevano di pertinenza del “mistero interiore”, nucleo della personalità e dell’identità di ogni individuo.

Ma in tutto questo, ciò che fa ancora più impressione è come, per ottenere un simile scopo iper-razionalizzante, si faccia leva a piene mani sugli aspetti più irrazionali dell’uomo: la paura, la morbosità, la sete di conoscere quanto siamo torbidi dentro, caotici e irrisolti.

Ecco allora che spuntano come funghi, programmi televisivi completamente incentrati sulla macelleria sentimentale. Vere e proprie macchine disumanizzanti, che fanno leva sul banalissimo, ma orrifico meccanismo, riassumibile nella parola d’ordine: “…Raccontiamo alla gente, quello che la gente vuole sentirsi dire…Diamole quello che vuole avere…”. E se la gente vuole il cadavere fatto a pezzi, ritrovato in un lago di sangue, noi glielo diamo in pasto. Se vuole sentirsi dire che l’assassino si è accanito con efferata violenza, il numero delle coltellate, gli indumenti intimi della vittima, se c’erano tracce di sperma, i dettagli dell’autopsia, e ogni possibile sfumatura del macabro…noi glielo diciamo…

La gente vuole tutto ciò e noi glielo diamo: ritorniamo a far morire ammazzata di morte violenta la povera vittima, ancora e ancora. Ramazziamola dieci, cento, mille volte di nuovo, nel tepore virtuale dei salotti di casa.

Martoriamo e maciulliamo i resti del suo ricordo come un materiale qualunque, sino a ridurre persino gli ultimi scampoli della sua identità a una poltiglia ormai deprivata di ogni rispetto umano, che si amalgama benissimo con tutte le merci poi reclamizzate nelle frequenti interruzioni pubblicitarie. Trenta coltellate s’intonano perfettamente all’eco del rombo della tua macchina dei sogni; un colpo sparato a bruciapelo è perfetto col profumo da cento euro alla goccia; lo stupore del vicino di casa del carnefice è ottimo, accompagnato da quattro fette di prosciutto cotto…

Di modo che, quando la gente si ritroverà bella e bollita da cotanto apparato ottundente, alla fine si comprerà tutti i nostri pannolini del cazzo e le merendine di merda del mondo. E senza fare tante storie su, che qui stiamo cercando di far girare l’economia, per favore…

Sporca gente di merda che non sei altro: ma cosa ti credevi di essere? Un insieme di persone con un pensiero proprio? Eh, no, cara la mia gente di ‘sta minchia, povera illusa: tu sei solo un tubo digerente. E poche storie allora: mangia, digerisci e caga, che quello soltanto t’è concesso di fare!

2 commenti:

Kika ha detto...

Non avevi mai espresso così esplicitamente il tuo pensiero ma qui hai tirato fuori il succo (amaro e indigesto) di tutto il morboso che pervade la nostra società consumistica. Il quadro è talmente disgustoso che però mi viene da pensare che siamo arrivati al punto di ribellarci. Secondo me sarà sempre meno la gente disposta a farsi abbindolare tramite i suoi più bassi istinti... o forse così voglio sperare. Siamo all'esasperazione. Mi chiedo spesso come facciano i parenti delle vittime a permettere certi programmi - che come dici tu ammazzano ulteriormente la persona sfortunatamente interessata; non so, possibile che siano conniventi di questo sistema? O che sfugga talmente al nostro controllo che non possono farci niente, non possono fermare la "macchina", neanche agendo per vie legali? Mi fa talmente schifo questa cosa che personalmente ho già avvisato tutti i miei famigliari che dovessi morire per un crimine (facciamo le corna :) la mia prima volontà testamentaria è assolutamente di non finire in televisione!

Gillipixel ha detto...

@->Kika: scusami la risposta oltremodo tardiva, Kika :-) sì, questa cosa mi fa particolarmente male...per questo ho usato termini poco consueti per me...ci vedo un sintomo di declino fortissimo...ci siamo ridotti proprio male, se siamo giunti a simili livelli...

Forse qualcosa del genere è sempre esistito..anzi, senza forse...ma l'amplificazione che ne fanno i mezzi di comunicazione è impressionante...sentivo in questi giorni una bella lezione del professor Galimberti, il quale rammentava un insegnamento fondamentale di Hegel: il cambiamento quantitativo massiccio, comporta alla fine un cambiamento qualitativo...

Se dunque il pettegolezzo e la morbosità sono sempre esistiti, aumentati in misura esponenziale finiscono per cambiare l'animo stesso delle persone...e questo è terribile...

Non so bene cosa si possa fare in concreto...certo è una macchina mastodontica, di fronte alla quale possiamo poco...forse solo continuare a leggere, a stare dalla parte della bellezza, del senso critico...e, ultima risorsa, tiare anche degli accidenti a quegli stronzi fottuti :-)

Grazie del tuo caro commento :-)

Bacini incacchiosini :-)