"Un pensiero al giorno"
100 - "Tana per me!"
Nei giochi che si facevano da bambini (almeno per quanto ne rimane nei miei ricordi), al di là del divertimento immediato (sicuramente, molla principale per far scattare il desiderio ludico), c'era anche tutta una "parte rituale", non meno importante. In particolare, rispetto a questi "riti", diventavano fondamentali certe parole.
Se è vero, come credo sia vero, che la vicenda biografica individuale in qualche modo rifletta le tappe evolutive di tutta l'umanità, da bambini siamo stati un po' dei piccoli ometti primitivi. Ci affascinavano gli aspetti simbolici delle cose e a volte nelle parole prevaleva più la forza evocativa, che non lo stretta significazione fissata dal codice linguistico.
Ecco, c'era un gioco, forse il più famoso e giocato di tutti, il nascondino, in cui erano contenute due "frasette rituali" che mi son sempre rimaste molto care.
Sono: "...Chi è fuori è fuori, chi è sotto è sotto...", e poi: "...Tana libera tutti!...". La prima la pronunciava al termine della "conta" il giocatore che "stava sotto", ossia l'addetto alla "tana" e alla ricerca di tutti gli altri nascosti "fuori".
L'altra invece era la formula salvifica, di cui si poteva avvalere l'ultimo giocatore rimasto "fuori", se riusciva a toccare la "tana" prima del suo custode, facendo così scattare un'amnistia generale per tutti i "tanati" precedenti, e condannando a rimanere "sotto" ancora lo stesso.
Queste due brevi formule dell'infante passato mi tornano spesso alla mente negli ultimi tempi, appena prima di dormire. Come credo accada ormai alla maggior parte delle persone medie (o anche sopra media, o sotto), le mie giornate, che lo voglia o no, sono costellate da un sovraccarico informativo continuo. Tv, situazioni online di varia natura, libri, riviste, e ogni altro tipo di fonte di parole e immagini, mi inondano la mente con una mole spropositata di materiale.
Non voglio assolutamente addentrarmi nell'esprimere giudizi di merito riguardo al fenomeno. Ne prendo semplicemente atto in questa sede. La sola cosa che volevo dire è invece che alla sera, coricato nel letto, dopo aver oscurato la tele, chiuso il libro del momento, spento il cellulare, mi viene proprio spontaneo pensare: "...Chi è fuori è fuori, chi è sotto è sotto...". Ossia: per oggi di roba mentale-emotiv-suggestiva ne ho incamerata abbastanza, quello che è entrato, è entrato, ora se la sbrighino al reparto sogni, gli addetti all'inconscio. Il resto si vedrà domani e per adesso: "...Tana libera tutti!...".
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