martedì 19 luglio 2016

"Un pensiero al giorno"

114 - "Matrioske a senso alternato"

Ognuno vive dentro il suo sé.
Dentro la pelle, i peli, i capelli.
Dentro i vestiti.
Dentro l'aria di una stanza.
Dentro quella stanza stessa.
Dentro l'edificio in cui la stanza sta.
Dentro un rione di case.
Dentro una cerchia di persone.
Dentro una comunità.
Dentro un paese.
Dentro una città.
Dentro un regione.
Dentro una nazione.
Dentro un continente.
Dentro l'atmosfera terrestre.
Dentro la galassia.
Dentro l'universo.

Ma in certi momenti, la distanza fra il ditone del piede e la punta dei capelli, la sentiamo più estesa di quella fra il sé e l'estremità dell'universo. Allora la matrioska "fa inversione di marcia" e si rivolge nella direzione contraria.

Tuttavia si possono avere due condizioni molto diverse. Opposte direi.

In un caso, il sé coincide con l'universo. Ne consegue uno stato di grazia, di pienezza, di completezza, un senso di "nulla rimasto fuori", di immensità commisurata a se stessi. A questa condizione non è tanto facile approdare, e tantomeno permanervi. Serve sviluppare un senso dell'equilibrio straordinario. Diventare un filtro esistenziale che soppesa con estrema saggezza e sensibilità il dentro e il fuori.

Poi c'è l'altro senso del "immatrioskamento" ribaltato. L'immenso è compresso dentro noi, ma lo subiamo. La sua potenza sfugge a ogni nostro controllo. Ci sopraffà, forza i nostri confini. Ci va stretto, nonostante sia tutto l'universo possibile. Di più non se ne può dare, di più non se ne può ottenere. Eppure non riusciamo a prenderci le misure, è continuamente troppo, o troppo poco. Nell'altalena di eccessi, di colpo l'universo in noi si auto-risucchia in una capocchia di spillo. Il vuoto di senso che così si crea equivale a una terribile depressurizzazione spirituale, uno svuotamento istantaneo, per cui il sé ci appare un luogo talmente smisurato, che l'universo dentro ci si perde.

La prima prerogativa pertiene ai grandi mistici; la seconda, "agli artisti maledetti". Nel mezzo, ci stanno le persone comuni, che si arrabattano come possono a giostrare, soppesare, convogliare, moderare, indirizzare, il senso del proprio ordine "matrioskale".


1 commento:

Occhi blu ha detto...

E tu, Gillipix, chi sei?
Grande mistico o artista maledetto?
...
Secondo me sei una nutria travestita da umano!
(scusami, le 3h di sole che ho preso oggi al mare mi devono aver dato alla testa!)