"Un pensiero al giorno"
154 - "Lettore, ladro di ore"
Da appassionato di lettura, ho immaginato spesso tante metafore per questa "sacrale pratica". Una particolare similitudine mi è balzata alla mente, non so come mai, leggendo"Istanbul" di Orhan Pamuk. Ve la racconto in breve.
Ci sono dei libri che a leggerli è come stare a poltrire nel letto, al mattino, rubando ancora una manciata di secondi alla sveglia inesorabile.
Ci si deve alzare, c'è un impegno a cui non si può mancare, non è il giorno buono per stare sotto le coperte tutto il tempo desiderato. Eppure si cerca di barare sul tempo, si immagina l'attimo come infinito, si assapora la finitezza dell'istante come raramente succede, in altre circostanze. Si afferra tutto il senso più vero della preziosità del tempo. Come non mai.
Si sente che in quella porzione minimale di essere, risiede tutta la bellezza possibile. Non si vorrebbe abbandonarla per nulla al mondo. Si farebbero carte false, pur di rendere quegli istanti infiniti. Ma poi bisogna fare i conti col mondo fuori. C'è pure quello (purtroppo!).
Ci si deve alzare, ma fra le righe della nostra lettura rimane quel tepore, di cui avremo nostalgia per tutta la giornata, e al quale potremo per fortuna far ritorno, rincasando.
Nel leggere, è contenuta in qualche modo una nobilissima codardia (senza mai scordare che non mancano nemmeno dosi massicce di coraggio spicciolo). La lettura è l'inno di chi preferisce rimanere folle ancora un po', invece che coerente. Ma solo per quegli attimi di buio caldo e buono, prima di posare di nuovo i piedi sul freddo pavimento, sulla nuda Terra.
10 commenti:
La differenza che sta nel leggere le "Confessioni" di Sant'Agostino (che noia! che barba! che noia!) e il "Tao te Ching" che nel momento stesso in cui lo stavo leggendo già sapevo che l'avrei riletto, e riletto, e letto ancora, e regalato, e letto di nuovo, e regalato di nuovo, e letto di nuovo all'infinito.
:)
P.S. però, Gill-reader, una piccola recensione potevi anche farla, no?
;)
N.B. quella del post 150 non vale perché, parole tue, eri solo alle prime pagine. E, come sai benissimo anche tu, i libri vanno recensiti alla fine e a freddo, dopo che è passato qualche giorno.
;)
Insomma, hai voglia di spiegare perché ti ha lasciato tutte quelle belle sensazioni? Cosa ti ha insegnato? Perché lo consiglieresti come lettura?
:)
Sono curiosissima se comprarlo o meno ...
@->Occhi Blu: Non lo consiglierei, Ou Bee :-) se non a chi ama anche una lettura lenta, antispettacolare :-)
Parla di una città complessa storicamente, parla di uno scrittore complesso come uomo, parla di una cultura ancor più complessa...parla dell'infanzia e dei suoi misteri, del rapporto oriente-occidente...parla della tristezza come possibile risorsa esistenziale (anche se sembra un paradosso), parla di una città che ha fatto della tristezza la sua stessa corazza...per questo, non posso consigliarlo :-) ma a me piace un sacco, come mi sono piaciuti di Pamuk anche "Il mio nome è rosso" e "Neve"...è un autore molto particolare, col quale mi sento in sintonia, ma non mi sento di consigliarlo :-)
Bacini ottomani :-)
Grazie, Gill-teacher!
La prossima volta che passo alla "Feltrinelli" vado a cercarlo.
Voglio leggere la seconda e la quarta di copertina e capire se tutta questa tristezza potrebbe piacermi o meno.
Dei titoli che hai citato mi attira anche "Neve".
;)
Aggiungo:
sto leggendo "Se il sole muore" di Oriana Fallaci ed è uno di quei libri che non mi farebbero mai alzare dal letto finché lo divoro pagina dopo pagina e assaporo parola dopo parola.
:)
"Non dimentichiamolo: la Terra può morire, può esplodere, il Sole può spengersi, si spengerà. E se il Sole muore, se la Terra muore, se la nostra razza muore con la Terra e col Sole, allora anche ciò che abbiamo fatto fino a quel momento muore. E muore Omero, e muore Michelangelo, e muore Galileo, e muore Leonardo, e muore Shakespeare, e muore Einstein, e muoiono tutti coloro che non sono morti perché noi viviamo, perché noi li pensiamo, perché noi li portiamo dentro e addosso. E allora ogni cosa, ogni ricordo, precipita nel buio con noi. Salviamoli, dunque, salviamoci. [...] Scordiamo il nostro sistema solare, scordiamo il nostro corpo, la forma che aveva, queste braccia queste gambe questi occhi, diventiamo licheni, insetti, sfere di fuoco, non importa cosa, importa solo che in qualche modo la vita continui, e con la vita continui la coscienza di ciò che fummo e facemmo e imparammo: la coscienza di Omero, la coscienza di Michelangelo, la coscienza di Galileo, di Leonardo, di Shakespeare, di Einstein! E il dono della vita continuerà in eterno."
Mitica Oriana!
E considera che era il 1964 quando scriveva le parole suddette in "E se il sole muore".
:))
P.S. specifico che non erano parole sue, bensì di Ray Bradbury, l'autore di "Cronache marziane", con cui Oriana aveva a lungo chiacchierato a Los Angeles. Tuttavia, il fatto che Oriana le avesse riportate, commentate e fatte diventare il titolo del suo libro significa che le condivideva.
@->Occhi Blu: Mi citi due autori cari, Ou Bee :-) della Fallaci ho letto, tanto tempo da, "Un uomo", libro potentissimo, mi prese molto...poi la sua prosa sembra eleganza pura scolpita nel granito, sempre coinvolgente...
Di Bradbury ho letto "Fahrenheit 451", una delle più suggestive e visionarie antiutopie, insieme a quelle di altri libri che ho amato molto, come 1984 di Orwell e "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley...
Bacini libreschi :-)
Anch'io, Gilly-reader, tanto tempo fa lessi "Un uomo" e anche più di una volta! M e r a v i g l i o s o !
Sono un'ammiratrice di Oriana per cui mi piace come donna, come giornalista, come scrittrice, come fiorentina, come "visionaria".
Di solito o si ama la Fallaci o la si odia. Io l'ho sempre amata per quello che è stata, quello che ha fatto, quello che mi ha insegnato, quello che ci ha lasciato.
Una gran donna. Una vera Donna e un'ottima Scrittrice: intelligente, sincera, emozionante, pura, elegante, sobria, sensibile, attenta, fluida, capace di entrarti dentro con le sue parole fascinose e restarci a lungo, precorrendo i tempi in cui viviamo.
:)
Non conosco Bradbury. Provvederò.
Conosco molto bene Orwell e Huxley.
;)
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