"Un pensiero al giorno"
155 - "Svirgolate"
Nella redazione del "Eco della Val Furbina", Sgommo Bozzardoni lavorava come ogni notte alla composizione del giornale da far uscire la mattina seguente. Come suo solito, aveva preparato una bella tazza grande di infuso di virgole bollenti, per sorseggiarlo mentre dava l'ultima controllata agli articoli già pronti per andare in stampa.
Visti i troppi pensieri che gli frullavano in testa, non usò la dovuta cautela nel primo assaggio, scottandosi subito la lingua. Per una reazione involontaria, Sgommo versò tutto l'infuso sopra una serie di articoli già confezionati, andandoli a rimpinzare di virgole che non servivano, nei posti più impensati delle frasi.
Si sarebbe potuto ovviare all'incidente, ripulendo di nuovo le colonne dall'eccesso di punteggiatura...se non fosse stato ormai così tardi. Inoltre, nello slancio ustore, Sgommo aveva anche pigiato per sbaglio il pedale di avvio delle rotative. "...Amen..." pensò, osservando le centinaia di copie del giornale che venivano fagocitate nella foga stampatoria della gran macchina inchiostrante.
La mattina dopo, la città di Furbinia venne inondata da questa marea di quotidiani iper-virgolati. Sgommo si era raccomandato coi distributori sui furgoni (che lo dicessero poi anche agli edicolanti e agli strilloni), di sbatacchiare per bene i pacchi e persino le singole copie dei giornali, prima della consegna ai clienti. In questo modo, molte virgole superflue si sarebbero scrollate dagli articoli, salvando il più possibile della loro integrità significante.
Ogni addetto alla vendita si attenne con scrupolo alla precauzione, ma così facendo, una nuvoletta diffusa e insistente di virgole brade si sparpagliò per tutti i quartieri. Non potendosi appigliare più alle frasi stampate, le virgole si appiccicavano alle persone, alle cose, ai fatti.
Le macchine ai semafori, quando scattava il verde, per l'interposizione di una qualche virgola volante, facevano nuove soste, ripetute e inattese, continuando a ingombrare gli incroci ben oltre il tempo dovuto. Il traffico s'intricò a dismisura, e gli automobilisti si inveivano contro a vicenda, mandandosi al diavolo con lunghe frasi contorte e colme di proposizioni incidenti, introdotte naturalmente da altrettante virgole.
Chi venne colto dal "vapore virgolare" mentre si preparava a uscire per recarsi al lavoro, si disperse in una minuzia di sotto-azioni secondarie, senza riuscire mai ad avviarsi verso la propria metà.
Andò molto meglio a quei "sorpresi" dal pulviscolo di virgole che per l'occasione erano ancora a casa in ferie, o magari avevano il permesso di recarsi in ufficio qualche ora più tardi. Ciascuno di loro poté vivacchiare e temporeggiare a iosa, intento in piacevoli attività, rese ancor più gradite dall'effetto riverberante dei neri segnetti punteggianti ribelli.
Fra questi indugianti domestici, il meglio del meglio lo gustarono coloro che avevano pensato bene di far fruttare i graditi scampoli di tempo gratuito rimasto, facendo l'amore con la propria donna o il proprio uomo. Non la finivano mai di scoprire nuovi angoli di appagamento vicendevole e rilanci improvvisi di argomentazioni amorose, grazie alla carica divagatoria delle virgole che avevano impregnato i loro corpi.
Il sindaco di Furbinia, da un bilancio statistico che non fu facile da stilare per la miriade di sotto-voci che continuavano a inserirsi, appurò che gli svantaggi dell'invasione di virgole superavano i vantaggi.
Incaricò allora squadre di "devirgolatori" professionali, di passare al setaccio ogni strada della città, muniti di appositi dizionari del tutto privi di punteggiatura. Questi, per le virgole disperse, sono più irresistibili del nettare per le api. Dopo non pochi passaggi a vocabolari dispiegati, i tomi si impregnarono delle dovute codine di inchiostro e l'emergenza virgolare venne dichiarata estinta.
Si mormora tuttavia che in qualche magazzino comunale, il sindaco (casualmente sorpreso pure lui quella mattina dalla nube di virgole, a letto, in indaffarata compagnia della adorata mogliettina) conservi ancora gelosamente quei dizionari. Questo allo scopo di farne buon uso personale nella reiterazione della bella esperienza virgolerotica, o per l'equipollente beneficio di ogni buon furbinese che ne facesse richiesta (previa compilazione dell'apposito modulo di domanda in carta bollata e ben virgolata).
1 commento:
C'era una volta una virgola che un giorno incontrò un punto.
La virgola rimase talmente colpita dalla perfetta circolare pienezza del punto che gli disse:
- Tu sei un bel punto, io sono una piccola virgola, ti va di fare un punto e virgola?
Ma il punto rispose:
- Scusa, mia cara virgola, ma io sono un punto solitario, che sta bene da solo. Preferisco fare il punto esclamativo!
- Va bene - disse la virgola - non importa! Aspetto di fare un salto in alto e fare l'apostrofo!
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