venerdì 8 luglio 2016

"Un pensiero al giorno" 103 - "Miele salato"

"Un pensiero al giorno"

103 - "Miele salato"

L'innamorato respinto non riusciva a darsi pace. Lei lo aveva lasciato dicendogli: "...Ti voglio sempre bene, ma sento che fra noi tutto è finito ormai...". Lui era rimasto innamorato, lei non l'era più.

Si era sforzato di accettare gli eventi di buon grado, ma quello stato gli bruciava dentro oltremodo. "...Se sono ancora innamorato..." meditava, "...la prima cosa che devo amare di lei sopra ogni altra è la sua libertà...".

Il problema più grande però stava nel sapere che lei gli volesse ancora bene. Lui domandò di essere ricevuto al palazzo dei mille profumi, dove lei dimorava. Chiese di poter conferire per pochi minuti, attraverso la grata dei respinti, nel gran chiostro odoroso delle mille penombre.

Non poteva scorgerla, quando lei si appressò oltre la cortina, ma riconobbe il profumo di nubi emanato dal suo corpo di gazzella muscosa, così familiare e denso di emozioni della memoria, che per un nonnulla lui non svenne, sopraffatto dallo sdilinquimento.

"...Quando ci scambiammo l'ultimo saluto, mi dicesti di volermi ancora bene...".
"...Certo..." rispose lei.
"...Ecco, son qui per chiederti un favore: per il mio bene, ti prego di volermi male...".
"...Se potrà esserti di aiuto, farò come chiedi...".

Ma nemmeno così funzionava. Un certo sollievo, dal pensiero di sapersi odiato da lei, all'innamorato ne era derivato. Però rimaneva un rovello di fondo. Lei lo stava odiando, ma per il suo bene. E nel labirinto mentale degli innamorati, questo è come un ferro rovente cacciato nell'acqua gelata, senza mai cederle una frazione di grado.

L'innamorato tornò a riservato colloquio:
"...Se mi vuoi male per il mio bene, sto ancora peggio. Stavolta, ti scongiuro, devi volermi male davvero, con odio genuino...".
"...Ti prometto di impegnarmi a odiarti con tutte le mie forze...".

Eppure nemmeno questo recava sollievo all'innamorato. Se lei lo odiava, anche se di odio puro, era pur sempre una forma di considerazione per lui.

Si rese necessario un terzo incontro:
"...Neanche così va bene. Perdonami, ma ti chiedo un ultimo favore: ignorami, fai come se non fossi mai esistito, cancellami proprio dai tuoi pensieri di sempre...".
"...Chi siete mai, signore? Io non vi conosco..." rispose subito lei, "...addio, congedatevi senza proferire altro motto e non importunatemi oltre...".

L'illusione del sollievo per l'innamorato durò solo pochi attimi. Attraversando il gran cortile del palazzo, si mischiò alla piccola folla di venditori accalcata lì per il solito mercato del sabato mattina.

Attorniato da un capannello di curiosi, scorse un vecchio che presentava uno spettacolino simpatico insieme a un suo orsetto lavatore ammaestrato. La scena folgorò l'innamorato fin nel più intimo delle sue fibre. Fu in quell'attimo che capì. Senza il dolore di aver perso la sua innamorata, non sarebbe mai stato felice. E da quel giorno si sentì sereno solamente tenendosi sommamente per caro quel dolore.



2 commenti:

Occhi blu ha detto...

Mi piace! E' dolcissimo, come il tuo animo.
Continua a tirare fuori quello che hai dentro e poi cerca editori o scrittori mentori.
Hai talento, Gillipix!
:)

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: Grazie, Ou Bee :-) sei tu, molto gentile...io scrivo, sì, sì...non si sa mai :-)

Bacini mentori :-)