mercoledì 20 luglio 2016

"Un pensiero al giorno" 115 - "La giustezza"

"Un pensiero al giorno"

115 - "La giustezza"

Perché è importante, irrinunciabile, continuare a far studiare nelle scuole il greco, il latino e tutte le materie che potremmo ricondurre alla categoria della conoscenza "non applicata" (includendo anche la filosofia, la letteratura, la storia dell'arte e la matematica nei suoi aspetti più "puri")?

Prendiamo l'esempio di un ragazzino che debba vedersela con la scomposizione in fattori, con i quadrati dei binomi, coi radicali, le equazioni di primo e secondo grado, e così via. Questo giovane sarà chiamato a confrontarsi con la "giustezza" insita nelle cose della realtà. Nulla importa se poi nella vita mai più gli capiterà di risolvere un'espressione algebrica o un problema di geometria. Conta invece che acquisti la consapevolezza di un certo "senso di verità" scaturito dal secolare confronto intellettuale della mente dell'uomo con gli elementi in cui sta immersa la sua esistenza.

L'uomo da sempre sente il richiamo della "bellezza compositiva". Le cose della realtà si dispongono di fronte allo sguardo conoscitivo umano con una certa eleganza formale, a sua volta frutto di una effettività stringente di regole e meccanismi del pensiero, sposati agli equilibri rinvenuti nel mondo.

Linguaggi veri e propri, come il greco e il latino, o linguaggi in senso lato, come la matematica o la geometria, sono il frutto del meglio del confronto di altissimi ingegni, col "materiale" di cui l'esistenza è formata. Considerarle materie accessorie, o addirittura pretendere di accantonarle, equivale a un vero e proprio suicidio culturale.

Non si dà un "saper fare" che non sia preceduto da un "saper pensare". La cosa è talmente evidente e immediata da sfiorare quasi l'estremo della banalità. Eppure sembra crescere sempre più il numero di chi non lo capisce.

Conoscenza pura dunque, per una umanità migliore. E se vi trovate per caso di fronte (com'è quasi automatico) il classico frescone, già lì pronto con la ritrita domanda di rito: "...Ma a che cosa serve?...", sentitevi pure autorizzati a rispondere: "...Va bene...stai calmo, non è successo niente...fra poco è tutto finito...".



2 commenti:

Occhi blu ha detto...

Chiediamoci perché gli Italiani, grazie alla loro solida formazione scolastica/universitaria, hanno fortuna all'estero, dove sono strapagati e fanno carriere invidiabili ...
Chiediamoci perché anche gli Italiani poco eruditi sono creativi, originali, unici.
Chiediamoci perché gli Italiani riescono ad eccellere in tutte le arti da secoli.
Chiediamoci perché è fondamentale leggere, andare a teatro, ascoltare la musica, vedere le mostre, visitare siti archeologici, osservare la bellezza e restare in ascolto ...
��

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: Giusta chiosa alle mie parole, Ou Bee :-) la conoscenza vera è quella che affonda le radici nel profondo...solo partendo da lì si possono porre solide basi per costruire buone persone...

Bacini gnoseologici :-)