lunedì 9 maggio 2016

"Un pensiero al giorno" 45 - "Above us only flying donkeys"

"Un pensiero al giorno"

45 - "Above us only flying donkeys"

Mentre ero intento alla solita quotidiana battaglia psicologica col mondo pubblicitario, sempre pronto a volerci far credere negli asini volanti, mi è sovvenuto per contrasto il candore di certe buffe inserzioni che leggevamo sulle pagine del "Monello" o del "Intrepido", ai tempi in cui Berta filava.

Col "senno di poi" della subdola sottigliezza ormai raggiunta dagli spottaroli di oggi, quelle lontane e sgangherate réclame fanno più che altro una gran tenerezza. Innanzitutto c'era la grafica di infima categoria. Una scarsa paginetta era rimpinzata di almeno dieci annunci, corredati di micro foto o maldestri disegni in bianco e nero di qualità risibile. Ma il capolavoro stava nel contenuto di questi mini proclami, ossia nei prodotti stessi reclamizzati.

Si andava dalla pomata per avere l'istantaneo lievitare dei muscoli a livelli dei più aitanti fustaccioni culturisti, alle mitiche "scimmie di mare" (non avevamo mai capito cosa fossero, finché un mio amico non le ordinò veramente: erano una specie di bestioline che avrebbero dovuto crescere nell'acqua, il tutto a partire da una misteriosa polverina, ma non ho mai saputo come andò a finire il suo allevamento domestico...).

C'era poi la penna dell'agente segreto, che avrebbe dovuto funzionare come cannocchiale, consigliato ovviamente per spiare da lontano ragazze discinte in spiaggia (notoria occupazione preminente di ogni buon detective che si rispetti). E sempre in tema, c'erano i leggendari sexy occhiali "vedo nudo", che promettevano di farti sbirciare comodamente sotto le gonne di ogni donzella, senza nemmeno far la fatica di sollevarne i lembi.

Ai tempi delle scuole medie, sempre un gruppo di amici appena più giovani di me (ma cosa avrei pagato per essere della combriccola...), imbastirono uno scherzo giocato appunto sui fantomatici occhiali "smutanda-pulzella".
e
Si munirono di un volgare paio di occhialacci da sole e presero a scorrazzare per i corridoi durante la ricreazione, facendo credere a tutte le ragazze che le stavano sbirciando senza risparmio di diottrie.

Tra il credo e il non ci credo (ma se poi è vero per davvero?), si scatenò in ogni caso una certa inquietudine e agitazione, che giunse sino a turbare gli attenti orecchi di un ingenuo bidello. Questi, invece di tacitare senza poche storie i "burlo-guardoni", invitandoli a fare poco gli asini (visto e considerato anche il forte rincaro del costo del fieno), si lasciò inopinatamente cogliere dalla psicosi generale, pretendendo di sequestrare ai ragazzi il malefico "sbircio-scandaglio".

Ai miei amici non parve vero di ottenere questo supplemento perlaceo alla riuscita dello scherzo. Per gustarselo ancora oltre, si diedero allora a un buffo fuggi fuggi, inseguiti dal bidello moralizzatore, incrementando così vieppiù il mito ormai serpeggiante per tutta la scuola di quegli occhiali e del loro faloppo potere.

Alla fine, il solerte tutore scolastico riuscì a impossessarsi del perfido strumento di corruzione e qui si verificò un ultimo esilarante colpo di scena, a degno coronamento di tutta la buffa beffa. Il bidello, non solo volle provare in prima persona la presunta efficacia denudante di quelle lenti, ma sbottò pure di delusione mista a disappunto, quando appurò che era stata tutta una gran bufala ragazzesca, e tra l'altro nemmeno tanto lusinghiera per l'onore del suo acume.

A questo insomma ripensavo oggi, mentre l'ennesimo sofisma pubblicitario mi invitava a levare gli occhi al cielo, assicurandomi che, sì, non dovevo avere più dubbi: il mio personale asino volante, lo avrei visto anche io.


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