venerdì 20 maggio 2016

"Un pensiero al giorno" 55 - "Grati di respirare gratis"

"Un pensiero al giorno"

55 - "Grati di respirare gratis"

Sarò invecchiato io, a scoprire adesso certe fonti di acqua calda, non discuto. Ma si ha sempre più l'impressione che tutto venga misurato in senso esclusivo col metro del denaro. Niente sembra sfuggire alla quantificazione pecuniaria.

Per fortuna non è proprio del tutto così, ma un'impressione spesso opprime tanto quanto il fatto reale, se non di più.

Non si sa mai bene quando un'epoca ha inizio. Nella mia percezione credo che le cose siano precipitate quando le elementari non si sono più chiamate così, e nemmeno le medie o le superiori, ma erano diventate scuola primaria, secondaria, ecc. Stava arrivando la "scuola-azienda", succursale di un auspicato "stato-azienda", a sua volta lanciato a sottintendere il futuribile avvento prossimo di una globale "realtà-azienda".

L'uomo-azienda ambirà a contrarre un matrimonio-azienda con una mogliettina-azienda. Dopo qualche sollazzo-azienda assaporato a copulare in svariate posizioni-aziendali, ne conseguirà una gravidanza-azienda, con la lieta nascita di un frugoletto-azienda, già bell'e pronto per fare fin da subito la sua parte di efficiente mini-consumatore e produttore di laute cacche-azienda dentro al suo pannolino-azienda di marca.

In questo panorama-azienda, una delle ultime cose gratuite rimaste, sembra essere il respiro. Assediati di continuo da gente che ti vuole vendere qualcosa a tutti i costi, ci si salva solo rifugiandosi in qualche attimo di sano respiro.

Respirare è una facoltà troppo trascurata. Con la scusa che funziona in automatico, non ci facciamo molto caso e la diamo per scontata. Ma mettersi lì qualche momento e respirare, facendo attenzione alla cosa, dando il benvenuto all'aria in noi e salutandola con gratitudine quando si congeda carezzandoci i peletti del naso, è un'esperienza degna di nota.

Non mi voglio atteggiare a esperto di yoga o pratiche meditative orientali. So pochissimo di queste cose, purtroppo. Parlo molto semplicemente da appassionato del respiro, impegnato nel suo tentativo di difendersi dal fiato-azienda sul collo.

Il respiro è la vita che scorre in noi, una dimostrazione del fatto che non possediamo nulla per davvero, ma siamo solamente un tramite del Tutto. Respirando accogliamo il mondo per un attimo in noi, poi lo reimmettiamo fuori subito dopo, e così via, in un continuo fare all'amore con la realtà.

Nella saggezza antica, il concetto di respiro è fondamentale, considerato sia in senso individuale (inspirazione) dia in senso cosmico (espirazione). Nel duplice moto respiratorio, l'uomo si "individua" e si "disindividua" in continuazione. La stessa parola "psiche", per i greci, era in origine connessa all'atto di respirare, ancor prima di assumere il significato di "anima" (concetto del tutto ignoto ad esempio ai più arcaici eroi di Omero).

Non c'è forse gesto più intimo fra due amanti che lo scambio dei propri respiri, componente irrinunciabile dei baci. Il respiro reca poi spesso con sé il dono aggiuntivo di profumi e odori, motivo in più a renderlo attività nobile e appassionante.

Il respiro è più bello se ci fai caso. Non per niente, lo raccomandano anche gli stessi praticanti yoga: ascoltare, fare attenzione al respiro. D'altra parte è una cosa che si capisce senza tante spiegazioni. Se respiri consapevole del fatto che lo stai facendo, è molto più bello. In una mia piccola aggiunta personale, ho scoperto che intensifica la bellezza, tenere le narici dolcemente dilatate. L'aria entra e esce più piena, saporosa, totalizzante.

Insomma, fino a che ce lo lasciano fare gratis, approfittiamone, amici: continuiamo a respirare e a raccontarci quanto sia bello sentire il cosmo farsi fiato.

In futuro, ci sarà sempre tempo per altri tipi di fiati, ben più grevi. Ma di questo riparleremo solo dopo la venuta dell'era della scoreggia-azienda.


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