"Un pensiero al giorno"
39 - "Piogge onomastiche"
Non so se capita a molti, ma a me piovono in mente nomi curiosi. Dico proprio nomi di persona, o almeno di ipotetici personaggi. Strani fin che si vuole, ma sempre personaggi. Chissà da quali meandri della fantasia provengono.
Non li evoco, non li vado a cercare, non mi metto lì, sforzandomi di pensarli. Piovono e basta, da soli. Uno di questi l'ho già fatto comparire un paio di volte e si chiama Steve Dardanelli. Giuro, non so proprio da dove sia arrivato. Stavo guardando un film l'altra sera e l'abbinata "Steve Dardanelli" mi è balzata in mente. La cosa più grave è che semi-sghignazzavo anche fra me e me, dopo, ripetendo quel nome strambo.
Il momento più fecondo per la pioggia onomastica è però il mattino presto, nel dormiveglia. Stamattina mi si è formato un nome molto bizzarro, zio Virandro. Sempre ronficchiando, ci ripensavo e mi sono accorto che Virandro è una sorta di parola composita, fatta dei due modi di dire "uomo" in latino (vir) e in greco (andros). Lo zio Virandro dev'essere quindi una specie di gran maschio al quadrato, un virilone fatto e rifinito.
Quando se ne va in giro sfoggiando il massimo fulgore della sua possanza erotica, zio Virandro deve indossare speciali occhiali in lattice, per evitare di mettere incinta tutte le donzelle sulle quali posa lo sguardo.
A certe donne particolarmente sensibili, è stato proibito, dietro specifica prescrizione medica, di sussurrare in maniera troppo languida il binomio "zio Virandro", per non correre il rischio di cadere in un subitaneo deliquio di godimento eccessivo per la loro capacità di portata sensuale.
Zio Virandro ha un tale occhio clinico, nel rimirare una bella ragazza, che non solo riesce a decrittarne tutte le misure con precisione al millimetro, ma poi corre subito dal tabacchino e se le gioca al lotto. Non si contano le volte che seno, vita e fianchi, gli hanno fruttato ambo, cinquina e jackpot. Per questo, ripete spesso che il miglior casanova deve essere un gran giocatore di tombola (e non di rado, quando è un po' alticcio, la corregge anche in "trombola").
Zio Virandro, non si sa quante donne ha avuto, anche perché, come ama ripetere, gli piace pensare di esser stato lui a lasciarsi avere. Chi ha e chi si lascia davvero avere, in amore? Zio Virandro è convinto che tutta la bellezza dell'amore sta nel continuare a cercare di dare una risposta a questo interrogativo, premurandosi tuttavia di non riuscirci mai.
Zio Virandro è così maschio che quando venne al mondo, aveva già il petto villoso e il medaglione con una grossa catena anni '70 al collo. Non si è mai scomodato ad andare in discoteca per rimorchiare ragazze, perché gli portavano direttamente la discoteca a casa, sapendo che una marea di donne sarebbe arrivata di conseguenza.
Una volta zio Virandro amò cinquantasette donne, tutte in una notte sola. Nell'affrontare la cinquantottesima, fece una gaffe fatale: gli scappò di chiamarla col nome della trentaduesima, e si ritrovò con ventisei donne (58 - 32 = 26) alle calcagna: si erano passate parola a ritroso e ora lo volevano pestare di santa ragione (in realtà, fra tutte, la trentaduesima fingeva solo l'arrabbiatura, ma nel suo intimo si sentiva molto lusingata).
Zio Virandro è insomma il Chuck Norris dei lumaconi da corteggiamento. Eppure, il guaio con le piogge onomastiche è che certe volte cadono a rate. Ho scoperto così solo in seguito un segreto di zio Virandro. Ho saputo, sempre per inopinata illuminazione, che di nome fa Ludmillo. Vuoi vedere che sotto sotto pure lui nasconde un suo ben marcato lato femminile?
Mi domando, tra l'altro, cosa ne penserà di tutto questo Steve Dardanelli. Glielo devo chiedere, la prossima volta che inciampa nella mia immaginazione...
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