sabato 28 maggio 2016

"Un pensiero al giorno" 63 - "Letterina a Babbo Banale"

"Un pensiero al giorno"

63 - "Letterina a Babbo Banale"

Se avessi la bacchetta magica, darei un colpetto in aria e subito dopo, in tutto il mondo, la gente saprebbe il senso di ogni cosa che fa. O meglio, non proprio di tutto "tutto".

Però di certo saprebbe perché fa il mestiere che fa, e lo scopo di quel mestiere. Saprebbe che se sposta un mattone, martella un chiodo, scrive una lettera, parla a un uditorio di ragazzi, ciascuno di questi gesti è essenziale, significativo, indispensabile, e avrà conseguenze buone sulla vita degli altri.
Saprebbe quando è il caso di fare una cosa, e quando il caso di non farla.

Saprebbe come scegliere di fronte a diverse alternative, valutando una strada e l'altra. Saprebbe insomma orientarsi bene in tutte le questioni, più o meno grandi, legate all'esistenza spicciola, alla pura economia del vivere. Lo saprebbe e farebbe naturalmente le cose nel verso giusto, perché tutto funzioni bene.

In questo modo, rimarrebbero spazi immensi per tutto il resto che è meglio rimanga non saputo. Perché ci si innamora di quella donna o di quell'uomo: questo continueremmo a non volerlo sapere. Se e forse, o perché, la vita ha un senso: per questo ci sarebbe un referendum, ma credo che vincerebbe il voto di chi vuol continuare a non saperlo proprio con chiarezza assoluta.

Perché ci piacciono i gatti oppure i cani, o tutti e due: anche questo preferiremmo rimanesse vago e poetico, per non perdere la magia di carezzarli o ammirarli con tanto gusto e rapimento dell'animo.
Perché ci sono più sfumature di cielo nel profumo della nuca della proprio amata, che parole in un'intera enciclopedia: questo sarebbe persino vietato dalla legge anche solo pensare di volerlo eventualmente sapere.

La gente, dopo il mio colpo di bacchetta insomma, saprebbe il senso di ciò che è noioso, per poter avere a disposizione poi il resto di sé, da dedicare alle cose aperte in una prospettiva artistica sul mondo.

Allora gli uomini sarebbero liberi e la poesia diverrebbe la loro lingua universale e nessuno si stupirebbe se, incontrando per caso sotto casa uno sconosciuto, questi gli chiedesse: "...Azeburgiasti il conformamento plastico nella simulata fienagione mistica?...".
Con la massima coerenza, non gli resterebbe altro che rispondere, : "...Sevviola!...".


Nessun commento: