giovedì 26 maggio 2016

"Un pensiero al giorno" 61 - "Le nutrie, se possono appena, scrivono"

"Un pensiero al giorno"

61 - "Le nutrie, se possono appena, scrivono"

Non avendo stavolta una storiella particolare da raccontare, scrivo un po' a riguardo dello scrivere.
Scrivere è un'attività che ti svuota e ti colma al tempo stesso. Puoi scrivere con un certo grado di qualità, solo una quantità limitata di righe al giorno. Oltre quel limite, diventa forzatura, sofferenza, della quale risente poi anche il lettore.

Devi scavare dentro te stesso, quando scrivi. Devi sacrificare un po' del tuo intimo, portarlo alla luce. Questo può essere faticoso e liberatorio ad un tempo. Ma come dicevo, va fatto per gradi, perché anche la più ricca miniera può dare solo poco materiale pregiato al giorno e il resto sono scorie di terreno da setacciare e lasciare in disparte.

Ho l'impressione di avere questa particolare passione per lo scrivere, perché il parlare, un po' mi è sempre riuscito male, un po' lo trovo insoddisfacente.

Il parlare, per quanto ricco di un suo fascino imprescindibile, sembra sempre a un passo dallo scopo, sempre in affanno per raggiungerlo. Lo scrivere ha invece il tempismo misurato del gatto: sa quando si deve scattare o stare fermi sulla soglia, stiracchiarsi o dormire. Come un gatto, lo scrivere riesce a dire anche mentre è intento a dormire.

Scrivo di preferenza, ma se proprio devo parlare, mi piacciono di più i dialoghi, gli scambi verbali a due, che sono come un modo di scrivere a voce. La scrittura stessa è un dialogo dello scrivente con un se stesso ideale assunto come interlocutore.

Scrivo dunque perché poi immagino il mio testo arrivare a ciascun lettore come un potenziale dialogo riservato, e non importa se saranno dieci o due o nessuno: con ognuno di loro avrò dialogato in separata sede, con i modi dettati dalle differenti sensibilità di reagire. E tutto questo è una piccola magia.

Scrivo perché non sempre ho la forza di stare vicino agli altri, anche se ne sento fortemente il bisogno. Scrivere è un potente modo di stare vicini, mantenendosi a distanza. Scrivo perché adoro dire cose agli altri, ma adoro altrettanto stare in silenzio: scrivendo, parli e taci insieme, e anche questo lo trovo fantastico.

Scrivo perché credo che regali sensazioni mille volte più forti di qualsiasi droga (anche se, in fatto di ebbrezza, se la gioca alla pari con un bel giro in sella a un trattorino tosaerba...).


2 commenti:

Occhi blu ha detto...

Sempre cercando le nutrie (cliccando sul link nel blog "Ma roba da nutrie" non accedo ugualmente a Facebook), ho trovato questa tua confessione molto dolce, intima, segreta. Grazie per averla condivisa.
Sono sempre più convinta del mio parere: hai talento da vendere, nel vero senso della parola.
Prova a scrivere una storia per bambini con le nutrie come protagoniste.
Quando era senza lavoro e disperatissima J. K. Rowling scrisse quello che la fece diventare una delle donne più ricche del Regno Unito.
Dai sfogo alla tua fantasia e provaci anche tu.
;)

Gillipixel ha detto...

@-> Occhi Blu: Grazie OuBee per il caro commento...io intanto scrivo, chissà mai che poi una qualche volta riesca a imboccare un sentierino giusto, con le mie parole...ci vuole fortuna, scrivono in tantissimi, emergere non è semplice...però per me è già una grandissima cosa avere questa ?ancora" di salvezza, nella vita...scrivere è gioia pura...mica roba da poco :-)

Bacini scribacchini e potterini :-)