sabato 23 aprile 2016

"Un pensiero al giorno" 31 - "Perché annoi l'accultura no?"

"Un pensiero al giorno"

31 - "Perché annoi l'accultura no?"

La gente sono stupidi. Essa si sollazzano di violenza e tutto, e in della cosa più volgare che gli rieschino di ravanare. Se io fossimo la gente, proprio non vorrebbimo fosserla. Stanno lì, tutti spaparenzati in che agguardano alla tele. Chettelo dico, gli abbasta che c'hanno nunghia incarnita o un bosone indu n'occhio, e son tutti pronti a friggnettare. Ma quando che si tratta di stare male agli altri, e ci passerebbeno le giornate a farselo raccontare.

E con allora, ecco che ci van giù dimatto a scoltare agli ammassacramenti, ai sassini e agli omiaccisi. Mica gliene affrega un'affava alloro, alla gente, che gli passerebbeno addosso per fino con li camion, tanto la pellaccia gliela mettono degli altri.

Che se io mi affossi uno di quegli che fanno i programmi in della tele, ce li ammanderei in miniera attutti agli presentatori affissati a menarla coi ammassacri. Che ci tornerebbeno a casa solo indove che gli affosse passata l'affissa dell'appaura da fare in della gente, e fuori dalla miniera parlerebbeno esoltanto di quanto è buono il grande Appuffo e che la vita è tutta arrose effiori.

Eppoi dopo sen'andrebbeno affà la punta all'ematite, prima che addargli ancora la carta da scriverne, che gli acchiamano aggiornalisti, ma non fusseno neanche giornalai.

Ecchè annoi, appopolo e bue, e forse non ci appiacerebbe a farsi un'accultura? Che poi con l'accultura ci farebbimo arrestare la morosa con l'abbocca aperta, e già si fossimo avante coi lavori. Che invece così non solo l'attiene chiusa, ma appoco ci cala che ci dà un mozzico.

In soma, l'accultura ce l'avvogliamo anche annoi, almeno una fetta da espalmare sul pane, che alla sera poi ce ne andebbimo a letto belli digeriti e non con la mappazza di gnoranza eppaura a pesantirci tutto in della panza.


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