martedì 26 aprile 2016

"Un pensiero al giorno" 34 - "Balconi"

"Un pensiero al giorno"

34 - "Balconi"

Da sempre stiamo posati alla ringhiera di questa balconata chiamata tempo. La vertigine spesso ci coglie, ma forse ancor più una certa ansia, perché il ballatoio sotto ai piedi, alla fin fine, rimane fermo. È un muoversi senza mai spostarsi. Un mutar di paesaggio dove ogni elemento cambia solo di posto. È come un lunedì diventato domenica senza messa.

Alle spalle, la porta-finestra sulla stanza dei ricordi. Rientrare ogni tanto è piacevole, anche se lo puoi fare solo sbirciando un po' dentro. Il balcone non si abbandona mai davvero. Se ci si alza sulla punta dei piedi o si sale su uno sgabello, scorgiamo l'invisibile, lontano sull'orizzonte. Il tempo è un panorama che si forma coi suoi stessi attimi, troppo lontano dalla ringhiera non si scorge nulla.
C'è chi riesce a spiccare delicati voli chagalliani. Ciò che si vede in quei graziosi balzi, con difficoltà si potrebbe comunicare agli altri. Forse ciascuno volando un po' sopra il proprio balcone vede cose simili agli altri. Ma in fondo non ne ha mai la certezza. Ti credono solo coi piedi ben posati sul balcone.

A volte quel semplice balcone può mutarsi nella prua di una nave. E solca i paesaggi frangendoli come flutti marini. Nel viaggio al timone del proprio balcone, s'incontrano altri audaci balconieri. In piccole flotte, anche di due, si pirateggia il tempo allegramente insieme. Le terre conquistate sono adatte allo sguardo avventuroso di chi ha osato mollare l'ancora. I balconi possono allora navigare così vicini che i due balconieri arrivano a sfiorarsi le mani, darsi una carezza, persino baci.
E a chi con fare sprezzante, credendo di recarvi offesa, vi apostroferà dicendo: - Sei fuori come un balcone! - rispondete pure in tutta calma e serenità: - Ti sbaglio mio caro, io "sono" il balcone!


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